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la ricerca della solitudine

Com’è curiosa la gente,
quasi in simbiosi con l’ambiente.
sembra rilassata e fluttuante, linee e forme che scorrono
verso l’orizzonte per poi sparire improvvisamente.


Quante mani si stringono, quanti sorrisi vengono scambiati,
in un flusso che continua a scorrere senza potersi fermare,
che mi ferisce costantemente.



ho camminato per giorni, ho visto molte città, ho cambiato le scarpe e seguito la moda.
ma un piede calpestava la strada e uno le aiuole,
Una spalla urtava la gente, e l'altra la schivava.


Ho cambiato pullman e treni, ma nessuna musica o lettura mi
Ha impedito di non notare quel posto vuoto al mio fianco.


ho vagato per emozionarmi di una vista o di un panorama,
ma un occhio scrutava e l’altro piangeva, rovinandomi la visuale.

Qualcosa mi ha bloccato e incatenato a quel tavolo una sera,
mentre restavo fermo con il mio calice in mano e osservavo
le coppie innamorate.


credevo in me, nella capacità di emozionarmi da solo,
anche senza qualcosa in cui credere e amare che mi aspettassero al ritorno.



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Poesia scritta il 06/09/2016 - 14:32
Da Marzio Esposito
Letta n.1196 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


5* per l'intenso contenuto

Wilobi . 06/09/2016 - 18:43

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