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Cosa vuoi che sappia del dopo

Cosa vuoi che sappia del dopo
se sono impegnato con l'oggi
e vano da tempo tento di riacciuffare
remote piume di imprendibili ieri!
Che posso dirti che valga e duri
più dell'attimo impercettibile
che nel possibile raccolgo
prima che non mi sia vietato
e silente rovini in ciò che è stato.
Un tic-tac uniforme si replica
ma l'attimo non si trasmette
non trasla né precede né segue
l'evanescente non si imprigiona
solo nell'attimo che non afferri
la corda emette note, poi è silenzio;
silenzio prima, silenzio dopo
e così è anche la vita che vivi.
Nulla prima, forse essere, nulla dopo:
nella sequela dell'accadere
non si intrattiene il pensiero in atto
che sorprende si accomiata e annichila.
Ai mortali, solo d'idiozia
della non durata è data
il prima e il dopo restano
punti di una traiettoria chiusa
che si percorre in un verso solo.
Siamo studiosi di cose svanite
e presuntuosi estensori di futuro
e intanto infingarda la terra
gira e cammina tra masse stellari:
necessità e fato imparentati
appena si accorgono di noi
nel pulviscolo di un'onda umana,
in loro balia sospinti dal caso
oscilliamo tra l'essere e l'esser nulla.
Messa in opera, messa in cantiere
sempre al varo nel mare della vita
l'essente in respiro poi salpa per l'assenza
si aprono falle, gotti invisibili
si svuotano sentine, poi più niente
al confine della coscienza incoscienza
nei gorghi del vuoto affondiamo per sempre..


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Poesia scritta il 19/11/2016 - 12:10
Da Angelo Michele Cozza
Letta n.1112 volte.
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