Bussò la volpe dal collo stretto;
aprii per gentilezza
al suono della sua voce cadenzata
nascosta da un berretto,
che lì fuori al freddo s’allenava
in brevi numerati vocalizzi.
«Ho già cantato stamattina, mi scusi»,
risposi all’amletica richiesta
che ancora prima di sentire
stava già stampata sul suo celato viso.
«Bene, non è poco!», disse nell’udire del mio canto,
ma non contento aggiunse, «io posso
darle un metodo per farlo meglio».
aprii per gentilezza
al suono della sua voce cadenzata
nascosta da un berretto,
che lì fuori al freddo s’allenava
in brevi numerati vocalizzi.
«Ho già cantato stamattina, mi scusi»,
risposi all’amletica richiesta
che ancora prima di sentire
stava già stampata sul suo celato viso.
«Bene, non è poco!», disse nell’udire del mio canto,
ma non contento aggiunse, «io posso
darle un metodo per farlo meglio».
Contorcendomi, stavo già per tornare
ai turbamenti del mio mattino,
quando udii quel suo pungente,
spinoso, iniziatico e promettente dire.
È da allora che vado sottobraccio, felice,
tutti i giorni dopo cena,
con la mia preziosa stonatura.

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Commenti
Graziosa davvero


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Molto bella come le favole antiche 



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Mi fai venire in mente Pinocchio nel paese dei balocchi felice di portare in giro le sue stonature. Come è bello a volte!!!!


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MARIO....Forse ogni tanto bisogna ascoltarle le voci delle volpi....




























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