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Quanta energia che fibrilla
nel cuore dei corpi che mi circondano
ed io che non esisto che in una scintilla
al buio,li sento che inondano le pareti,
di un mondo instabile che si sfracella
nella solitudine dei morti e nei ricordi.
Il passato ti avvinghia in una cella
nelle azioni di ora e nei modi
ti collauda nel futuro e ti cancella.
Ogni pensiero diviene pensato
ancora prima di essere eseguito,
ancora prima che tu esca,dalla cella.
È la morte ciò di cui ho paura
mentre sento illustri parlare di essa
come fonte di vita stessa.
Vorrei,se non fosse che
mi ha tolto la vita dai miei occhi.
E a me stesso,che ho supplicato
tante di quelle volte,come vivere
con il proprio tempo rifiutando
i secondi da record del mondo
così amaro da contorcere pure
la natura tanto maligna.
Ora lasciami qui
a rapinare il mondo intero
ma tu sbrigati ad uscirne
prima di affondare
finalmente
nella quiete.


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Poesia scritta il 02/05/2020 - 23:52
Da Francesco Rossi S.
Letta n.890 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


molto triste
molto piaciuta

laisa azzurra 03/05/2020 - 18:07

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