Sintra
in posti dove non sono
ancora stata. Ho troppe remore
briglie dal trascorso, ricordi
che affogano di menta il mio seno di latte.
Magari a Sintra: porte che si aprono
e indirizzano su corridoi in pieno sole
principesco, otri d’agavi, pegasi e fado
prospettive mentali da scoprire
come l’ozio all’entrata della vita
la lingua imperfetta del lattante
che è già un poeta -versi cullati
dalla brezza, esistente anche
dove ci siamo già visti, solo più leggera
eggera, ggera, gera, era...
Scopriresti che il tempo fa restare
solo ciò che è più lieve, quel bacio
senza parlare, un mio capello biondo
sul giubbotto, e di Sintra o della vita
ti rimarrebbe l’aria, la ria, l’ia, l’a...
’
Finché anche quella sarà sparita.
(L'immagine è dell'autrice, "Sintra, Palacio da Pena", olio su tela).

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