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Verso te

Vorrei scrivere di te e di me
di quello che eravamo
e di ciò che il tempo ha bistrattato
Vorrei parlare col tuo grido
che sordo mi esplode
nel profondo del mio ventre
come violini elettrici senza accordi
Vivo di lune e vampiri
di facili letti e brutte poesie
Vivo di eccessi e trucchi da pagliaccio
che imbrattano il mio viso
che tu definivi dionisiaco
Sul freddo asse di un metrò
attendo quel fischio freddo
che possa consegnarmi atrocemente a te
Attendo il mio ultimo viaggio
mentre questa cenere acida
sfigura il mio volto inchiostrato dal rimmel
Correrei per far più in fretta
spiccherei il volo
se un dio mi offrisse le sue ultime ali
ed invece ho paura
e bigotta e vigliacca
mi raggomitolo in un angolo della strada ferrata
con in mano l’eccesso infernale
che ubriaca questi neuroni ormai folli
questi occhi del tutto spenti
Se tu tornassi dalla foresta nera
se potessi riprender vita dalle nubi oscure
il mio spirito tornerebbe a suonare la sua arpa
come crisalide che rinasce farfalla


***


(dedicata ad una donna morta suicida per la scomparsa del suo uomo)



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Poesia scritta il 22/08/2014 - 04:49
Da LUCA SANTO
Letta n.1645 volte.
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