Partii il giorno stesso che arrivai
su pei sentieri impervi m’inoltrai
correndo a quattro mani
ma poi mi alzai.
su pei sentieri impervi m’inoltrai
correndo a quattro mani
ma poi mi alzai.
Vidi in lontananza un grande mare
e mi tuffai
vidi un grande bosco
e lo esplorai
vidi una gracil fede
e la sposai.
Ma quando dai serventi
al banchetto fui invitato
ad un solo frutto io attinsi
il giusto per rifocillarmi … dissi
l’opulenza ch’era lì si palesò
rise con sarcasmo e mi sputò.
Poesia scritta il 22/01/2024 - 16:10Letta n.481 volte.
Voto: | su 7 votanti |
Commenti
Metaforicamente ironica al punto giusto, bella, molto bella da leggere e rileggere, per quel senso profondo che rappresenta i giusti e i non giusti in questo girone. Complimenti 

Margherita Pisano
23/01/2024 - 19:09 --------------------------------------
Le poesie che spingono all' esplorazione del proprio io sono molto pregevoli, quindi i miei sinceri complimenti Francesco.


santa scardino
23/01/2024 - 14:53 --------------------------------------
Bella e originale 

Mary L
22/01/2024 - 21:04 --------------------------------------
Trovo che sia una poesia molto bella e originale. Grazie ancora per i tuoi commenti ai miei testi. Un caro saluto
MARIA ANGELA CAROSIA
22/01/2024 - 20:16 --------------------------------------
Tra Dante e Cecco Angiolieri, molto bello questo stile di scrivere e ..l'importante è esplorare ed essere curiosi,sostanza immateriale che sfama lo spirito e non il corpo. Ma molta gente invece continua a...sputare . 

Anna Cenni
22/01/2024 - 19:05 --------------------------------------
Mi è piaciuta, il senso dissacrante dell'opulenza verseggiato con maeestri. Alla lettura io colgo questo aspetto.


Francesco Rossi
22/01/2024 - 18:32 --------------------------------------
Francesco Francesco : non c'ì appu crumpendiu nudda hahaha
tu sei peggio di me...

Francesco Cau
22/01/2024 - 17:54 --------------------------------------
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