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La Sorti

La vita atru non è ci no' 'na scena;
lu munnu tiatru e ssimu nui l'attori.
Shta ci la parti faci a malapena
e ci la faci totta cu lu cori.


Ma, gira e vvota è ssempri 'na catena,
percé 'nu quartu sgobba cu sutori;
l'atri tre quarti no' ni tennu lena
e no' si sparti suezzu lu dulori.


L'attori, quannu sbaglia, no' l'ammetti
cu pó pariri all'atri ca è cchiù fforti,
ma, propriu quannu menu ti lu 'spietti,


s'è gia 'rrinnutu ti fronti alla Morti.
Nui simu sulamenti mariunetti
e ci manovra tuttu èti la Sorti.


Traduzione:
La Sorte


La vita altro non è se non una scena;
il mondo teatro e siamo noi gli attori.
C'è chi la parte fa a malapena
e chi la fa tutta col cuore.


Ma, gira e volta è sempre una catena,
perché un quarto sgobba con sudore;
gli altri tre quarti non ne hanno lena
e non si divide uguale il dolore.


L'attore, quando sbaglia, non l'ammette
per poter sembrare agli altri che è più forte,
ma, proprio quando meno te lo aspetti,


s'è già arreso di fronte alla Morte.
Noi siamo solamente marionette
e chi manovra tutto è la Sorte.


Sonetto classico in vernacolo sanvitese con
relativa traduzione. Schema: ABAB/ABAB,
CDC/DCD.



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Poesia scritta il 07/09/2014 - 12:36
Da Giuseppe Vita
Letta n.1577 volte.
Voto:
su 6 votanti


Commenti


DELIZIOSO sonetto,gradito,reale come la vita,complimenti GIUSEPPE

genoveffa 2 frau 07/09/2014 - 23:17

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UN SONETTO PREGNO DI REALE... METRIALMENTE PERFETTO...

Rocco Michele LETTINI 07/09/2014 - 21:45

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Particolarmete apprezzata nella versione in vernacolo, dialetto che ben conosco.
Ciao e grazie!
Aurelio

Aurelio Zucchi 07/09/2014 - 21:33

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No, Giuseppe caro, no! Ti voglio bene, ma marionetta, no, non me lo puoi dire! Non puoiiiiii! E nemmeno a TE. Tutto, ma questo no. Hai mai pensato quanto costi a Dio, prima ancora che a noi tutti, la LIBERTA'?! L' ! Vera

Vera Lezzi 07/09/2014 - 21:13

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Quant'è bella e vera la tua poesia!
Complimenti Giuseppe.

Paola Collura 07/09/2014 - 20:29

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Certo, in questo teatro ch'è il mondo, ognuno di noi ha una scena da recitare. Tuttavia, all'interno di un canovaccio, è libero di esprimersi, come crede. C'è chi s'immedesima, come un vero attore sa fare; chi si limita a fare la comparsa e chi, pur recitando da cani, si sente ed è portato più avanti degli altri. Questo fino all'ultima scena, in cui tanto, tutti saremo attori allo stesso modo e dimostreremo veramente quello che siamo stati e quallo che invece siamo.
Sempre bravo Giuseppe. Buona serata, Salva!

Salvatore Linguanti 07/09/2014 - 19:19

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Marionette nelle mani del Destino.
Ma non sempre, dai, e non del tutto.
Piaciutissimo il tuo bel sonetto, Giuseppe, bravo come sempre.
Un caro saluto a te,
Marina

Marina Assanti 07/09/2014 - 19:10

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