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L'ultimo metrò della notte

Questo è l’ultimo metrò della notte,
quello di sola andata a luci spente,
quello del biglietto già pagato,
quello dove si viaggia leggeri senza bagagli.


Lo spacciatore di neve mi guarda di sbieco,
lui che ha venduto illusioni di plastica a chili
non è riuscito a spacciare il suo grammo d’amore
e ora piange e bestemmia la vita.


Sandra dice che non le importa,
a casa ha lasciato i suoi diciotto anni
e una madre ubriaca ogni notte.
Per salire le è bastato solo un passo,
solo un passo in più ad occhi chiusi.


Il meccanico di periferia ripara motori di ogni tipo,
solo quello della sua vita si è fermato,
si è fermato e più non riparte.
E’ salito con il respiro che puzzava di dolore,
è salito di corsa con le mani ancora sporche di grasso.


Parla da sola la signora in pelliccia,
per dieci volte ha tradito un marito di cartone,
in mano ha ancora l’accendino,
ma sa che in vettura è vietato fumare.


Il pandillero in fondo al vagone fa finta di dormire,
ha un tredici tatuato sul braccio
e una rosa sulla guancia
per l’amore che ha sempre cercato,
per l’amore che non ha mai trovato
e il suo nome non lo dice a nessuno.


Lo so, i sedili non sono puliti, gli odori sono vecchi
e nell’aria galleggia sempre una parola o un saluto dimenticato,
ma io non posso pensare a tutto,
ho un orario da rispettare.
Questo è l’ultimo metrò della notte,
quello di sola andata a luci spente
e io sono Caronte, il conduttore.
Signori, prossima fermata “Capolinea Inferno”,
apertura delle porte a destra.



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Poesia scritta il 04/10/2014 - 09:41
Da floriano fila
Letta n.1361 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Uno dei tanti spettacoli notturni colmi di VITA, spesso di drammi, tristezza, dolori. Estremamente pittorica. In profondità. Vera

Vera Lezzi 04/10/2014 - 20:33

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Un bellissimo testo per una canzone, complimenti Floriano, dovresti musicarla, molto bella, ho provato a cantarla è stupenda, un saluto

genoveffa 2 frau 04/10/2014 - 15:40

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Una stesura davvero interessante. Un viaggio verso il capolinea finale con tante immagini del variegato animo, da quello che ci sta più vicino a quello che ci sta più lontano. Molto bello l'incipit mentre nell'epilogo avrei adoperato "sinistra" anzichè "destra" proprio per sottolineare il luogo sinistro nel quale giungere.
Apprezzata molto
Aurelio

Aurelio Zucchi 04/10/2014 - 15:19

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Eccellente..

Lory C. 04/10/2014 - 15:11

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un incipit di grande impatto che apre s'un testo mirabile e senza cedimenti sino alla fine. bellissima, ma non avevo dubbi

giovanni bontempi 04/10/2014 - 15:10

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