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Pensavo di conoscerlo bene il mare...

Pensavo di conoscerlo bene il mare, ma mi sbagliavo: è quanto mi sbagliavo.
Verso la fine degli anni settanta, in un porticino del sud Italia, ero lì che sistemavo gli ormeggi alla mia barca.
Il vento sbatteva le barche una contro l’altra, nonostante fossero legate bene. Finito di sistemare gli ormeggi, mi avvio per tornare a casa, sento qualcosa simile a un canto, era la voce di un mio amico che cantava: mi giro, ed era lì In un angolo riparato dal vento che cuciva la rete. Lui e Bartolo un vecchio pescatore, un uomo segnato dal tempo, con le sue rughe facciali Bruciate dal vento, dal mare. Difficilmente sbaglia le previsioni del tempo: conosce palmo palmo i fondali. Buon giorno capitano Bartolo, cosa canti? Non capisco le parole! Lui mi dice: non le capiresti mai, perché questo canto, non ha parole… è un qualcosa che senti… e la voce del mare.
Io conosco bene il mare: io non la sento questa voce! eppure sono tanti anni che navigo, esploro?
Lui mi dice: non lo conosci affatto... non è questione di tempo… ma di amore: cosa pensi, che basta
Navigare, fare delle immersioni per conoscere il mare? Niente affatto, tu lo conosci superficialmente…
Ti sei mai fermato ad ascoltare il silenzio quando scendi in profondità?
Hai mai visto la primavera marina?
Hai mai visto la disperazione di una mamma delfino, mentre cerca di liberare il suo piccolo dalla trappola di una rete?
Hai mai visto piangere un orca marina con in pancia i piccoli mentre un pescatore gli squarcia la pancia per prendere i suoi piccoli? Ti assicuro che il pianto, è simile a noi umani… pare di sentire ancora il suo pianto… che ne sai tu…
Di tutte le atrocità che l’uomo fa al mare… alle sue creature.
Quando soffia il vento come oggi, e il mare e agitato… io sento il grido di aiuto, di tutte le creature che lottano
Contro il tempo… finché hanno respiro nei polmoni. Pensi ancora di conoscere il mare?
Non ho parole… io pensavo di aver visto quasi tutto: grazie Bartolo per avermi dato questa lezione di vita.
Da quel giorno tra me e il mare ce un intimo rapporto… grazie al rispetto, il mare mi ha dato la possibilità di ammirare la primavera marina: in tutto il suo splendore.
Ho avuto anche il piacere di accarezzare un delfino nel suo habitat naturale… vederli giocare ti fa sentire la voglia di amarli proteggerli.
Ho provato a capire il silenzio che parlava Bartolo… mentre scendevo in profondità, tra una compensazione e l’altra:
sentivo una sensazione di benessere, era come un dolce canto… che ti invogliava a canticchiarlo mentalmente.
Cosa strana e che quel motivetto mi viene in mente, solo quando sono in una condizione emotiva particolare…
quando sono in riva al mare, con il vento che soffia forte, e il mare e agitato… sento un brivido lungo la schiena
E gli occhi che mi rigano il viso… e cosi che inizia il canto.
Se l’uomo avesse più rispetto per tutto quello che ci circonda… la natura stessa
ci ringrazierebbe a pieno, di tutte le sue meraviglie: riflettiamoci.



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Racconto scritto il 09/02/2015 - 17:34
Da donato mineccia
Letta n.1241 volte.
Voto:
su 8 votanti


Commenti


Grazie Gio Vigi, per la persona che sei... e per i graditi commenti,un abbraccio.

donato mineccia 09/02/2015 - 23:01

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Grazie Giacomo, sono felicissimo di scambiare i racconti con te, sicuramente farà piacere anche a chi apprezza i nostri scritti.

donato mineccia 09/02/2015 - 22:53

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Un canto dolce e commovente.
Bravo, Donato...

Gio Vigi 09/02/2015 - 22:46

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Grazie Giancarlo per il tuo apprezzatissimo commento

donato mineccia 09/02/2015 - 22:34

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Un racconto bellissimo per i valori in esso descritti e raccontati!!!!
bravissimo

giancarlo gravili 09/02/2015 - 21:33

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Come ti capsico, Donato...la stessa cosa capèita a me, tu lo sai...e il pianto del pesce Luna l'hai mai sentito? e il gattuccio che miagola? e l'umore del polpo in base al colore...scambiamoci i racconti, Donato...ne ho tantissimi...eccellente racconto che commuove ma allieta. ciaociao

. Focus 09/02/2015 - 20:26

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