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IL NOME (Cap.5)

"Johanna, Johanna, Johanna.." continuò a pensare Robert. Il laboratorio alle spalle, il mondo era davanti. Guardò il suo orologio e.. finalmente funzionava! Erano le 16.59 del 2 Luglio 2017! "Sono tornato a casa, adesso tutto funziona" pensò. Neanche il tempo di pensare ciò, gli si parò davanti un braccio fatato che teneva una tazza di tè. Robert si guardò intorno. Era in mezzo alle colline, distese di verdi prati divoravano il paesaggio. Il cielo era tornato limpido e splendente, come se qualcuno lo avesse appena lavato. Robert senza farselo ripetere due volte favorì e si gustò quella tazza di tè. Tutto un tratto si svegliò in una città. Alti grattacieli arrivavano fino al cielo. Nel centro una grande piazza teneva per mano tutte via della città. Una vecchia fontana attirava tutti i bambini. Brillava di luce propria, splendeva di luce gialla. I fanciulli sognatori, desiderosi del futuro, si specchiavano in quel manto d'acqua dorata. Mille gettoni erano sdraiati sul fondo, residui di desideri, residui di speranza. "Juke-Box dei desideri" , così diceva un cartello. Le persone vivevano normalmente e passeggiavano per strada. Al centro della fontana c'era un palo, non molto alto, che sosteneva un grande orologio. L'orologio era funzionante. La strada era tappezzata di piastrelle da bagno e non c'era neanche l'ombra di un auto: era una zona pedonale, era il centro della città. Robert chiese informazioni sul luogo, ma soprattutto su una certa Johanna. "Scusi signore, conosce per caso la signora Johanna?" chiese al primo passante. "Si si, l'ho vista passare poco fa. Ha detto che partiva per la Luna" gli rispose l'uomo elegante. Poco soddisfatto, Robert ringraziò e, qualche metro più in là, chiese ad un altro passante: "Scusi conosce per caso Johanna?". "Mmmh si si, la conosco. Se non erro, dovrebbe lavorare in quel caffè" gli rispose l'uomo elegante. La faccia di Robert aveva assunto
una forma di un punto interrogativo, tutta storta storta ,e il punto era il suo naso. "Come lavorare in quel caffè? Un passante mi ha appena detto che è partita per la Luna!" puntualizzò Robert. "Mi dispiace giovanotto, ma l'ho appena vista lavorare in quel caffè. Vada a controllare" gli suggerì l'uomo elegante. "Lo farò senz'altro. La ringrazio!" concluse Robert. Correndo si diresse verso quel caffè. Aveva le tendine a strisce bianche e rosse. Al banco un'ampia fornitura di pezzi dolci e sassi lunari,tutti farciti con strane salse. Fuori i tavolini erano apparecchiati per molte persone, ma il vento stava portando via tutto. Robert si rese utile e sistemò il servizio. Johanna era dietro il bancone, stava facendo un espresso. Aveva i capelli legati sotto un cappello con l'insegna del caffè. L'interno era pieno di persone. Fuori un colorato cartello diceva: "Dolci lunari e caffè sensazionali". Finalmente Robert si decidette ed entrò. La porta alle sue spalle si chiuse dolcemente. Dentro non c'era nessuno, soltanto Johanna che stava sistemando le ultime cose in vista della partenza. Robert si guardò intorno, spaesato, mentre Johanna sembrava non si fosse neanche accorta della sua presenza.
"Johanna?". "Si sono io, mi dica" rispose la fanciulla, mentre intanto stava preparando l'attrezzatura per il volo. Rotto il ghiaccio, Robert continuò: "Salve, io sono Robert vo-". Fu interrotto. La ragazza si fermò, si alzò, si voltò e lo guardò diritto negli occhi. La ragazza aveva occhi di cielo, azzurri, limpidi come mare. "Ecco il nome che tanto stavo cercando: Robert!" disse la ragazza.



Continua..




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Racconto scritto il 05/08/2017 - 21:51
Da Gabriele Salucci
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