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NESSUN POTERE AI MAESTRI! (retrospettive degli anni 80).

-Che cosa? Vogliono una riunione dei maestri? Chi? Loro? Nei miei premessi?
Bene. Hanno studiato d'insegnare, hanno delle esperienze, e anche sanno, che non si usi la particella "to" dopo "can".
Ma quello, non basta!
E, se faranno una decisione amministrativa? E,
se firmeranno il verbale della riunione? Che cosa succederà?! Avremo un documento scandalistico.
E, poi, si dovrà fare, che avessino deciso?
No! No! E- ancora- no!
Come si può delegarli quel potere? Ma, sono solo maestri! Mica, sono dirigenti, come io! O, come il nostro leader. Come possono proprio pensare a quelle cose?
Ma, come osano? Sì, sanno la lingua, sì, sanno, come scrivere e come parlare, ma- decidere? - No!
Devono solo insegnare, dare dei voti, caricare i file, scrivere delle relazioni, fare tutto a tempo, e ascoltare, che cosa noi, i dirigenti e gli altri lavoratori, diciamo. É proprio oltraggioso!
Decidere. Ma, avete voi sentito quello?
Nella società urbanistica e democratica?
Che sproposito! Che fastidio! Devono scrivere i loro piani di lezioni una settimana in anticipo, fare rapporti a noi, cosa hanno fatto e come, e - tutto!
Nessuno non li ha dato nessun potere di organizzare delle riunioni. Chissa, che cosa decidiano!
Sì, siamo uquali, come si dice, abbiamo l'equità, ma solo a un certo punto. Sì, parliamo dei diritti umani e professionali, ma i diritti umani sono più importanti, che professionali. Noi, gli onesti dirigenti abbiamo più diritti, più autorità e più potere. E, come pensano? Non si può decidere niente senza presenza dei dirigenti! Nessuna riunione senza un dirigente. Le camere non contano.
Ivan Petryshyn



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Racconto scritto il 17/10/2017 - 03:02
Da Ivan Petryshyn
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