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Isocronismo 2.0- altri 16,5” (ne restano 49,5)

Ristorante “la Pendola” da Regolo, regolarmente aperto con prezzi regolari



Venivo in questo ristoro ai tempi che Berta filava,
quando ancora si chiamava “Dove le capre non
cozzano” per via delle carceri antistanti andate in vacca.
Il proprietario amava avere il mestolo in mano, ma
aveva anche le pigne in testa e il cervello come le
acciughe: il cuoco dismessa la giacca e con una pacca,
dopo aver aspettato la lepre al balzello, stanco di andar
per mare senza biscotto, intraprese un periodo sabbatico
sicuro di andar per via battuta avendo la pentola al fuoco.
Andato vitello e tornato bue, il Signor Leone uscì piedi
avanti andando a sentir cantare i grilli, e con il gatto nella
madia liquidò il locale facendo buon viso a cattivo giuoco.
Così, volendo tenere la borsa stretta, lo acquistai a buon
mercato e, convinto di essere di buccia dura col bernoccolo
per il settore, attaccai il campanello al collo dei gatti.
Pur non ritenendo di avere una ciabatta del Macchiavelli,
ma con gli occhi di Argo e andando a raso riassunsi
la stessa brigata e lo stesso cuoco, una specie di castigamatti.



-sollazzi in frasi idiomatiche




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Racconto scritto il 19/06/2024 - 13:15
Da Mirko D. Mastro
Letta n.260 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


La pendola pende tutta di lato, a volte ti guarda e scandisce le ore, a volte si ferma e aspetta una spinta.
Le regole non ricordo più chi disse..ci sono per romperle. Complimenti.

Anna Cenni 19/06/2024 - 19:58

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