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Egli e Al

Attenzione:il farmaco Liebe(R), potrebbe causare stati allucinatori, deframmentazione del muscolo cardiaco e danni al cervello. Solo in qualche rarissimo caso, sdoppiamento della personalità. Assumetelo sotto la vostra responsabilità, poiché nessun medico sarà abbastanza folle da consigliarvelo.
<<Aspetta. Non voglio uscire oggi senza aver chiarito questa faccenda.>>Disse Egli, con la faccia seria e dura, di chi, quasi, non prevede di avere un domani. <<Ora?!Non essere ridicolo,>>Rispose Al<<adesso non è ho voglia.>>Continuando a vestirsi, come faceva sempre verso l'ora del crepuscolo. Per uscire a bere, e magari andare a caccia di una bella ragazza da circuire. <<Ah si? E quando? >>Alzando il tono, rabbioso, incalzò Egli. <<Magari dopo una bella bevuta. Sei più tollerabile da sbronzo.>>Sogghignò, irritante Al. <<Sei il solito egoista. Pensi solo a bere e a scopare. Povere oche, senza un briciolo di autostima. Come fanno a caderci così...così...>>Ad Egli non venne in mente un aggettivo, per terminare la frase, capace di sostenere quelle affermazioni. Così, Al, da consumato affabulatore, aggiunse:<<Apertamente, accidentalmente, libidinosamente...cosa?>>Chiese, terminando, con la sua solita risatina, da mascalzone.
Ma Egli si era chiuso in un silenzio, criptico. Poi, quasi,sottovoce, con un respiro indolente, replicò:<<Stupido. Non capisci che ti fai del male di questo passo?>>
<<Io?>>rispose Al, rivolgendo lo sguardo nella direzione opposta alla sua. Lanciandogli un occhiata di, amaro, disgusto. <<Ok...bene, bene, bene. Ora sono proprio stanco. Vuoi sapere cosa penso di te Egli?>>
<<Si, maledizione, lo so che è tanto che volevi sbattermelo in faccia. Su sputa il rospo, prima che ti soffochi.>>Replicò, di scatto, Egli. Sbattendo i pugni sul tavolo di legno, a cui era appoggiato.
<<Allora ti accontento. Bene amico mio. Un tempo, era uno spasso uscire con te. Io facevo il figo, tu sussurravi due paroline dolci e romantiche nelle orecchie di una passera spaziale, e rimorchiavamo da matti. Cosa ti è successo. Io non ti riconosco. Parli di albe, tramonti, stelle, vita su altri mondi. Me le fai scappare tutte. Oppure rimangono così estasiate dalle tue rime, romantiche, da scordarsi il fine ultimo per cui madre natura le ha inventate.>>Al terminò, mimando, con un gioco di gambe,l'atto sessuale.
<<Sei disgustoso.>>Attaccò Egli, con la lingua affilata. <<Per te le donne sono solo un parco giochi, per il tuo piacere.>>
<<E per te contenitori, vuoti, da riempire con le tue sciocchezze.>>Replicò lo sciupa femmine, ridendo e schernendolo. Poi, aggiunse, ora, più pacatamente e con la faccia meno divertita:<<Ma, davvero, credi che le donne che incontriamo siano così indifese e cerebrali, come te?sul serio, pensi siano così stupide, da non sapere che fanno o chi gli piace portarsi a letto? >>Poi l'uomo, si allontanò dallo specchio, ma no perché fosse stanco della sua spocchiosa immagine, ma per afferrare una sedia e girarla,sedendosi a cavalcioni. <<Inoltre, sapevi quanto ci tenessi a sfilare la Biancheria di quella, brrr... che spettacolo di femmina, come si chiamava? >>
<<Janis!>>Rispose Egli, venendo in soccorso alla memoria vacillante del suo interlocutore.
<<Ah, te lo ricordi allora. Mi hai fatto fare, deliberatamente, la figura dell'imbecille. Quando la conversazione è diventata più sofisticata, mi hai abbandonato, per non farmi accedere alle sue, celestiali, sinuose, peccaminose, grazie. Accidenti a te, in quel momento, ti ho odiato da morire. Avrei voluto soffocarti, per sempre. E in effetti, quando, per i tre giorni successivi non ti sei fatto vivo, ho immaginato che fossi morto. E invece, mi sveglio una mattina, riverso sulla spiaggia, in compagnia tua e di una totale sconosciuta a contemplare l'alba. Ti rendi conto, io che contemplo il sole alle sei del mattino, quando di norma sono ancora in coma etilico, nei week end, verso quell'ora. >>
<<Ooh...chiedo venia, mio signore, dimenticavo, ora devo chiederti il permesso, pure per le mie pause meditatorie?>>Commentò, acido, Egli.
<<Niente affatto. Dico solo che non ne voglio fare parte. Almeno che...>>Un dubbio baluginò nella mente di Al.Al il grande, Al il macho, Al il superbo.<<Ma certo! Hai avuto bisogno di me. Confessa, la tipa si è iniziata ad annoiare della solita tiritera, e allora aveva bisogno di una spintarella. Un vero uomo. E non della femminuccia, piagnucolosa, che sei diventata. Ops pardon, diventato.>>
<<Ma smettila di vantarti tanto. Non è successo niente del genere. Quella sera, la ragazza era in compagnia di un vero idiota. Uno tipo tu. Il tipo ad un certo punto, è diventato un tantinello irascibile. Ha iniziato ad allungare le mani sulla donna. Quindi, ho dovuto abbandonare la non violenza. Ed è in quell'istante che tu sei entrato in gioco. Spero, che non gli abbiamo fatto troppo male. In fondo non conoscevamo il motivo della sua rabbia. Ma, ammetterai, che neanche a te piace quando allungano le mani su una donna? No?>>
Metidabondo, e con la fronte, lievemente, corrucciata, Al rispose:<<No, immagino di no.>>Poi riprendendo il suo, solito, atteggiamento borioso, aggiunse:<<E poi lo sai, a me piace allungare le mani solo per un motivo, se la tipa ci sta.>>
<<Ma va.Questo tuo commento non è, minimamente, degno di nota.>>Grugnì, Egli, in segno di disprezzo.
<Ma ciò non esclude che hai avuto bisogno di me.>>Sottolineò Al.<<Mentre io potrei fare a meno di te. >>Aggiunse, per affermare la propria superiorità.
<<Sul serio lo pensi? O già sei ubriaco?>>Con un cenno di rimprovero, chiese Egli. Sottolineando, col gesto del bere, gli eccessi del suo amico.
Al non rispose, convinto della sua posizione, fece solo un verso di auto compiacimento. Sempre per confermare che non aveva bisogno degli sproloqui di Egli.
<<Ok grand'uomo. Allora fammi sapere, da lunedì, quanti contratti venderai ai tuoi clienti, solo essendo te stesso. >>Poi si alzò, e girò intorno al tavolo, scimmiottando l'amico con gesti eloquenti. "Salve sono Al, questo è il contratto, questa la mia clava. Firmate o andate al diavolo."
<<E quello? sarei io?>>Ora, Al,era meno convinto delle sue affermazioni precedenti. In fondo, sapeva che senza le smancerie, seppur, a volte, sciocche del suo coinquilino e collega non avrebbe avuto quell'appeal sulle persone. Egli, già l'aveva dimostrato con le ragazze. Quando si asteneva, totalmente, da un discorso, erano dolori. Non poteva contare su quel ventaglio di opportunità, nel rimorchiare, a cui era abituato insieme a lui. E magari perdeva le migliori. No. No ci stava. Così cercò di sedare il conflitto. <<Dai lo sai che sono fatto così. È ovvio che, una parte di te mi piace. Tranne quando tenti di trasformarmi in una donnicciola.>>
<Cosa c'è, hai scoperto di avere una coscienza? >>Ribatté Egli.
<<Senti,>>Espose Al, come non gli era mai riuscito di fare, in vita sua, senza l'aiuto di Egli. <<facciamo in questo modo. Io non ti prenderò più in giro. E qualche volta faremo a modo tuo. E tu, non mi abbandonerai più nel bel mezzo di una conversazione con una bella to...>>S'intetruppe, per un secondo. Notando lo sguardo, torvo, dell'amico dallo specchio, in cui era tornato ad affacciarsi. Poi si riagganciò, più rispettosamente:<<volevo dire, incantevole, dolce donna. Che ne dici, ci stai?>>
<<Se di tanto in tanto, ti astieni dal fare il maiale, e segui i miei consigli...potrebbe funzionare.>>Assentì Egli.
<<Bene!>>Riprese Al, sollevato, mimando una specie di danza della vittoria, che normalmente riservava alla vendita di un contratto. <<Allora abbiamo un patto.>>Aggiunse, sfoggiando un sorriso malizioso.<<Ora che ne dici di andare a caccia di qualche gran... ihihih, beh dai usciamo e basta. Prima che un'altra tua facciaccia mi porti jella.>>
<<Si,meglio uscire, altrimenti, finiremo per tornare a litigare. >>Assicurò Egli.
<<Come sto?>>Chiese Al, passandosi una mano tra i , folti, capelli neri.
<<Stiamo abbastanza bene. Manca solo un piccolo tocco.>>Aggiunse Egli, indossando i suoi occhiali da vista, con cui l'aspetto generale migliorava solo grazie allo spirito di abnegazione che avevano quest'ultimi a rimanere sul viso di Al, tortuoso, ma nel complesso rude e affascinante.
Egli e il suo Alter ego.



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Opera scritta il 08/02/2016 - 12:48
Da Emanuele Stridente
Letta n.960 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Racconto ben scritto. Affascinante dialogo introspettivo, costruito davvero bene. Gradevole e piacevole lettura. Molto apprezzato

Francesco Gentile 10/02/2016 - 12:34

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