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La madre di Sara

Sara appoggiò dei fiori sopra una sedia e si sedette sul bordo del letto accanto ad Ada, la madre, accarezzandole la testa. Poi si rivolse a Sergei, l'infermiere ucraino, un uomo gentile, ma riservato.
«A colazione, ha mangiato?» gli chiese. 
L'operatore sanitario fece un cenno negativo col capo ed uscì dalla stanza per continuare a svolgere le mansioni.
Sara sospirò, tenendo la mano dell'anziana genitrice, come per paura di perderla anche fisicamente da un momento all'altro. Ada rimase immobile e con un'espressione vitrea che contribuiva a rafforzare quella sorta di baratro invalicabile.
La mattinata passò, l'orario di visita finì, tra silenzi, qualche frase e poche righe scritte su della carta beige da una figlia sopraffatta dal cupo dolore.
«Mammina, tornerò domani» le promise Sara, dandole un bacio sulla fronte. Nel lasciare la camera dimenticò la penna stilografica e il diario aperto sul comodino da RSA dalle quattro ruote piroettanti. 
Ecco cosa scrisse quel giorno, in data 29 settembre 2018: 
«Caro diario, oggi è l'onomastico della mamma, le ho portato un mazzo di girasoli. Li ha sempre adorati, tanto da desiderare di riceverli in regalo ad ogni occasione.
Lei, l'angelo più dolce, è stata rapita da un mostro terribile ed io non riesco a liberarla. E mai ci riuscirò.
Quanto mi manca la sua...»
Le parole si interruppero bruscamente. Tuttavia alcune macchie circolari che rappresentavano impronte di lacrime, in un certo senso proseguirono quel fiume in piena di emozioni d'inchiostro.



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Opera scritta il 29/09/2018 - 19:02
Da Giuseppe Scilipoti
Letta n.961 volte.
Voto:
su 8 votanti


Commenti


Cara Mary, ti ringrazio. Come già ho espresso in varie occasioni, mi ritengo una persona sensibile.
E lo sei anche tu. In proposito, per chi non ti segue o comunque per chi non ti conosce, lo si denota il solo leggere questo tuo commento dalla chiusa tenera e poetica.
Sai, anche se sono un Operatore Socio Sanitario, in quell'infermiere ucraino, mi ci identifico, pensa che la domanda di Sara «Ha mangiato qualcosa?» mi è stata posta tante volte e, credimi, ogni qualvolta faccio cenno di no con il capo è sempre spiacevole. Per il parente è ancora peggio.
Grazie ancora per essere passata a leggere questa pubblicazione.

Giuseppe Scilipoti 08/12/2023 - 20:31

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Un racconto toccante e straziante, dove si evidenzia tutto l' affetto per la mamma, mi ha commossa quel tenersi per mano è una dolce carezza e i sorrisi non vanno mai dimenticati
Sorriso di figlia e sorriso di mamma, insieme sono un girasole

Mary L 08/12/2023 - 13:52

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Ne prendo nota e rimedierò quanto prima. Sei molto prolifico, anche questa è una dote!

Seby Flavio Gulisano 29/04/2019 - 14:16

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Wuelah Seby, il racconto che hai letto, attinge l'ispirazione al mestiere che faccio. Ne potrei scrivere migliaia di testi così, del resto l'ho già fatto con "Serafino & Angela" e con "Stranito".
Riguardo la sensibilità... c'hai azzeccato, peraltro ho scritto pure alcuni racconti di prosa poetica oppure romance, (visto che ho anche questa indole) tra cui "La ragazza della vetrina" da molti considerato uno dei miei lavori migliori. Praticamente una delle mie primissime pubblicazioni.

Giuseppe Scilipoti 29/04/2019 - 12:32

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Mamma mia, un racconto straziante. Sentivo il cuore stringersi sempre più mentre procedevo con la lettura. Hai una grande sensibilità Giuseppe e sicuramente un grande spirito d'osservazione, giacchè credo che la maggior parte dei tuoi racconti prendano spunto da esperienze realmente vissute nell'ambito lavorativo o privato. Complimenti.

Seby Flavio Gulisano 29/04/2019 - 10:12

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Grazie Santa, non mi è stato facile trasmettere in un racconto, poichè si tratta di una condizione che solo chi la vive da vicino può capire al 100 %, ovviamente mi riferisco a Sara, la figlia dell'anziana Ada
Grazie di cuore per mettere in risalto la mia narrativa, sono un umile scribacchino con la passione della scrittura che sempre con umiltà cerca di trasmettere qualcosa.
Peraltro il racconto "La madre di Sara" assieme ad altri due racconti recentemente pubblicati compongono una trilogia.

Giuseppe Scilipoti 10/02/2019 - 08:41

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Racconto toccante che rivela la tragica realtà di una malattia irreversibile e l'infinita dolcezza di chi sta accanto ed ama queste persone che ne sono affette! Anche il tuo modo di raccontare questi episodi è intriso di delicatezza e umanità. Bravo come sempre. Ciaoooo.

santa scardino 09/02/2019 - 15:21

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Grazie Carmela, visto che questo argomento mi riguarda da vicino per via del mio lavoro, non c'è soluzione ma questo come ben sappiamo è inevitabile.
Il diario giornaliero, è testimone degli incontri tra madre e figlia dove quest'ultima trascrive le giornate o meglio le sequenze più significative, che possono essere un sorriso, un accenno... o comunque qualsiasi cosa procuri emozioni a Sara, emozioni da ricordare, da scrivere (dove possibile) e da rileggere ogni qualvolta ne sentirà il bisogno.

Giuseppe Scilipoti 20/01/2019 - 10:01

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Un dramma di molte famiglie e raccontanto con molto rispetto...molto bravo

Carmela Ferraro 20/01/2019 - 03:30

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Loris, Antonio e Paola, grazie per i vostri commenti, da Marzo lavoro in qualità di Operatore Socio Assistenziale (il prossimo anno aspiro a diventare Sanitario) e mi sono ispirato al dramma di una signora che è da noi e alla figlia che ogni giorno si "allontana" sempre di più.
Sono contento che vi sia piaciuto, ho strutturato il tutto in un racconto brevissimo proprio proprio per cercare di "contenere" il dramma evitando retorica, banalità di sorta e senza apparire scontato. Grazie ancora!

Giuseppe Scilipoti 30/09/2018 - 14:22

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Complimenti Giuseppe, hai scritto un racconto davvero bello e commovente, sul dramma psicologico di questa brutta malattia.
Bravo...

PAOLA SALZANO 30/09/2018 - 12:33

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Stupendo questo racconto.

Antonio Girardi 30/09/2018 - 10:23

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Come sempre, molto bello e ben scritto.

Loris Marcato 30/09/2018 - 08:23

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