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UN KILLER VENUTO DAL FUTURO (Il Triangolo Verde) - terza e ultima parte

Terza Parte -
Quel venerdì sera Pietro stette a casa di Fede in compagnia di Luca e Samu a Gallarate per non destare sospetti, benché Quell'invito non gli fu mai proposto dagli “scagnozzi”, tanto meno da le Vent in persona! Il giorno dopo Samu avrebbe dato la festa del suo 18esimo. E proprio quel venerdì sera si sbarazzò in sogno anche di Al e del suo “leccapiedi”, vedendoli dirigersi 2 ore prima dell'invito a casa di Fede – dove si sarebbe tenuta la festa di Samu, perfettamente informato che sarebbero andati prima per cenare insieme a loro, senza Pietro sempre più messo in disparte e sfruttato, tanto che non solo quel sabato mattina sarebbe andato a fare lui la spesa, in quanto maggiorenne e libero dall'acquisto di bevande alcoliche, ma doveva pure depositarla alla casa della nonna di Samu, all'insaputa di tutti i genitori, e ritirarla mezz'ora prima dell'invito per portarla alla festa – che marasma! Così vedendoli al bordo di una stradina buia, si offrì per dar loro un passaggio con la scusa di essere stato, a loro insaputa, invitato a cena pure lui. Appena salirono smentì subito: voleva fargli un massaggio ai piedi, specialmente al suo “leccapiedi”, per scusarsi sia per come l'aveva trattato l'ultima volta a casa di Al, sia per il fatto di essere stato diffidente in merito all'invito di le Vent, pentito in quel momento -si fa per dire- data la tragica notizia. Così confessò loro che lo voleva contattare proprio lui perchè effettivamente aveva riconosciuto che fosse un ragazzo gentile e proprio a modo – ma quante storie, un criminale! – e forse per dimostrare la propria gratitudine, glielo avrebbe proposto pure a lui questa storia del massaggio perchè, ammise sussurrando, “secondo me anche le Vent un po' feticista era: ci avete mai fatto caso che ad ogni ospite faceva togliere le scarpe in casa e poi mostrava sempre i suoi mettendoli ovunque?”. Certo non risposero, sembravano completamente disinteressati e forse li capiva veramente Pietro, dato quel che gli era successo al “povero” le Vent. Ma per venire a loro, Pietro tirò fuori 2 biglietti da 100euro l'uno e un paio di “purini” che aveva comprato da Giacomo – il ragazzo di Busto Garolfo, così che accettassero l'offerta senza troppe esitazioni. Al fu il primo e l'unico, perchè nel mentre i due accesero le canne, contenenti una sostanza velenosissima che aveva intinto in auto-officina, tra acidi e solventi, facendoli cadere in un sonno troppo profondo. Dopo avergli rimesso accuratamente calze e scarpe, allacciandole dalla Sua di parte – come aveva visto fare in un episodio del Tenente Colomo, li scaricò entrambi all'inizio di un campo non molto lontano dalla residenza di Fede, in periferia e al buio, lontano dagli occhi dei probabili passanti, assicurandosi che fossero in possesso di tutta Quella roba che dovevano portare alla festa.
Il sabato mattina fu tragico: Pietro accese il proprio telefonino appena si svegliò – con calma – nel letto di casa sua, rilassato e anche un po' soddisfatto. Incominciarono una sfilza di messaggi ancora da leggere, chiamate senza una risposta – la sua – e audio che informarono il giovane killer che le Vent era... morto. “Che novità!” sbuffò, rallegrandosi poi: “Chissà le autorità come saranno contente: alla fine, ho dato solo il mio contributo alla Società, ripulendola dalla gente impura, che non ha alcun Rispetto della vita – immagino come saranno in crisi tutti gli spacciatori del varesotto!” continuando a sorridere soddisfatto. Un misero rammarico però l'aveva: fare un massacro di giovani ragazzini che alla fine non facevano nulla di male, e continuare a rimanere solo, facendosi contattare solo per passaggi – la macchina – sul fatto che solo lui delle compagnie che frequentava lavorava e poteva portare, in Tanti modi, l'altro verde – i soldi. Pietro si fermò su un attimo, ma decise di continuare lo stesso. Presto sarebbe toccato anche ai ragazzini del “Nord”. Nonostante la drammatica notizia per i ragazzi – e per tutti gli spacciatori nonché i “cannaioli” (cioè i drogati!) della provincia di Milano e Varese sulla morte o meglio, uccisione di le Vent, Samu decise di non rimandare ne tanto meno annullare i festeggiamenti: del resto i 18 anni vengono solo una volta nella vita! Se la mattina fu tragica data questa notizia, la sera sarebbe stata ancora più dolorosa – specialmente per Samu. Non solo Al mancò alla Sua festa senza aver dato risposta, motivo per cui uno così strafatto e quindi quieto come Samu si preoccupò e non poco, ma nel cuore della Notte, dopo i festeggiamenti, l'arrivo della brutale e angosciante notizia dei 2 corpi ritrovati nella periferia, tra la strada e i campi, lo fece letteralmente buttare giù per terra per un mancamento. Non ci poteva credere – fu per lui così come tutti quanti i suoi compagni di classe e vita – e canne – uno shock. Qualcosa non andava: 2 spacciatori “tagliati fuori” in 2 giorni - ora c'era l'allerta! Era chiaro che si trattasse di una cospirazione: ma da parte di chi? Di chi si trattasse – chi era il mandante?
Iniziò poi coi ragazzi del “Nord”, nei paesini sopra Gallarate, in campagna. La questione era semplice, oltre le prime canne e sbronze per la città, a Pietro non andava giù la sua – Amicizia Clandestina – nei loro confronti. Mentre era riuscito a conoscere i genitori dei “Tre Iniziati” (Luca, Fede e Samu), non senza tante insistenze, con quelli della campagna proprio Niente. Veniva continuamente usato per il fatto che avesse non solo la patente – ma una macchina: il bene materiale più prezioso nonché il sogno di ogni adolescente. Per Pietro – una condanna! Sentiva ma era cosa evidente che a Loro non gliene importava niente di Lui: con la scusa di tenerlo lontano dalla Solitudine, lo chiamavano in continuazione e puntualmente ogni pomeriggio per la sera, invitandolo a portarli in giro per la Città, oppure come nei weekend, al Ticino, o ai Laghi. Giunti ad ogni posto, si dimenticavano di Lui, e si divertivano giocando con la Loro età. Ma ogni invito, ogni richiesta, ogni messaggio che riceveva da Loro era un Ordine per Lui. Le richieste erano troppe, i giri molti, non aveva alcun momento di Libertà – pena la totale Solitudine. Si era creato contemporaneamente al Triangolo Verde un circolo vizioso sulla sua Amicizia nei loro confronti con le loro Richieste troppo esigenti da parte di ragazzini che troppo chiedevano e niente davano, così da costringerlo in qualche modo a dover fare pieni e pieni di benzina senza un minimo riconoscimento, ne di cortesia ne di danaro. E quando chiese loro di poter Conoscere i genitori – non l'avesse mai fatto – incominciarono insulti di infamia, pettegolezzi, malelingue, perchè fra di loro si parlavano fino giungergli anche Quella parolina che Pietro ebbe modo di sentirsela dire più volte alle spalle da tante altri ragazzini: quella del “pedofilo”. Eh sì, era fin troppo certo che sarebbe arrivata anche nei paesini di campagna la notizia di quella strana passione di Pietro e la conferma gli arrivò anche da 3 o 4 ragazzini che volevano a tutti i costi lasciarseli massaggiare in cambio di qualche guida (-il rally!) gratuita. In un paio di mesi Pietro si ritrovò con una macchina completamente sfasciata, suscitando qualche perplessità fra i colleghi che continuavano a fargli troppe e troppe domande ad un ragazzo all'apparenza così tranquillo come lui. Quella ventina di ragazzini li fece fuori uno ad uno in un unico sogno, nel momento in cui si ritrovarono, a turno, separati dal gruppo. E rimaneva lì, vedendoli muoversi, dapprima in branchi – poi solitari come Aquile. In una quindicina di secondi, nel sogno, li eliminò tutti quanti balzando, col solo schiocco delle dita, da un ragazzo all'altro, da una via all'altra, di zona in zona. Alcuni li prese dal di dietro tagliandogli la gola con la serramanico, altri prendendoli sotto-braccio e invitandoli dietro l'angolo per poi accoltellarli nell'addome. Il dopodomani ci fu il panico – anche loro il sospetto, all'insaputa dei genitori cascati sempre giù dal pero, sul giro della droga e quindi di qualche conto in sospeso, probabilmente di un mancato pagamento. Intanto in quel giorno di allarme generale, arrivò a Pietro, mentre stava finendo di lavorare, un messaggio da Giacomo – il ragazzo di Busto Garolfo che aveva conosciuto al parco di Legnano. Era un video fatto direttamente da lui che mostrava i piedi di un ragazzo seduto a letto mentre lo stesso Giacomo diceva “Uuh, guarda che piedi Pietro, guarda che piedi.” incominciando a toccarglieli con passione. Un filmato di 10 secondi che fece capire a Pietro che quel che gli aveva fatto a Lui quella sera, così stava facendolo adesso agli Altri. Sì, perchè ora questo calciatore incominciò, scoperta questa singolare -Passione-, un altro “circolo vizioso”, ricambiando questo tipo di -favore- con il verde, dopo averla concessa a Pietro coi suoi e poi a casa del suo migliore amico, Lorenzo, quasi per caso, mentre gli vedeva i suoi piedi seduto a letto dopo la doccia – finendo col massaggiarseli a vicenda! Così, quelli della compagnia di Legnano, persero quasi tutti l'interesse a farselo fare da Pietro preferendo il loro Fidato Giacomo. Pietro allora chiese subito di invitare e conoscere questo suo amico Lorenzo, ma gli fu negato. Così gli propose almeno un'ultima volta con lui, per 100 euro – e accettò! E fu veramente un'ultima volta per Giacomo, senza dargli risposta se non nel sogno, facendoselo fare all'imbrunire sopra il campanile del paese, con tutto il panorama bustocco in contro-luce, di un rosso sangue – come si ritrovò lui dopo averlo buttato giù, terminato il momento di relax.
Pochi giorni più tardi fu data l'allerta generale: dato che queste strane uccisioni sono state commesse perlopiù la notte e per il giro della droga, fu strettamente consigliato specialmente ai minorenni del milanese e varesetto a non uscire di casa nel dopo-cena e di non acquistare sostanze comunque illegali, perlomeno da gente sconosciuta. Furono sospettati Luca, Fede e Samu, dopo che Pietro, cioè Pete, con grande eleganza, vestito con un completo di bianco lino, cappello Panama e occhiali da sole a lente sfumata – da vero mafioso – sotto le note di “Keep Tomorrow for Me” dal film “Amici e Nemici”, imbucò una lettera anonima indirizzata alla caserma dei Carabinieri di Gallarate coi Loro nomi e Tutto lo giro di spaccio di cui Pietro ne fu, accidentalmente, implicato. Si ritrovò quindi nuovamente solo, almeno nella realtà. Luca, Fede e Samu furono portati in comunità e cercò, in qualche maniera, di tenersi in contatto, almeno indirettamente, chiedendo di tanto in tanto di Loro. Erano giorni tosti per Pete, che non volle ritornare a casa – figliol prodigo – nella sua città, con la sua Storia, il suo Fiume – il valzer per Eccellenza – i palazzi in Oro, i monumenti storici da far invidia a molte città europee. Non voleva neppure l'Amica Hanna, che tanto sapeva avrebbe frequentato la sua vecchia compagnia di animali (letteralmente – di anima maligna, impura), perchè si sa, le belle ragazze vanno sempre coi ragazzi più cattivi – i menosi – come se a loro piacesse stare con il male, e sapeva che intanto rimaneva quel poco con lui più per compassione che per Amore. Tanto meno risentì i suoi nonni, sganciandosi definitivamente dalla sua “ereditarietà”. No, voleva solo andare avanti, per la Sua di strada, la sua Passione, senza rimuginare tutto quello successo fino ad oggi. Era una sorta di “prigioniero di Coscienza”. Si sentì da una parte come Josef Mengele, per aver avuto un'occasione veramente unica della quantità di ragazzi con la quale poté sperimentare le proprie passioni – se non ossessioni, e dell'altra come Oskar Schindler, dato che tentò a tutti i costi di salvarli tirandoli fuori dai guai, senza riuscirci pienamente, e dovendo poi lui stesso scappare invece di essere riconosciuto e premiato – il furore e la bontà tipiche delle persone totalmente sole.
Ma se poteva risolvere Certi problemi compiendo crimini coi suoi “sogni profetici”, o meglio premonitori, allora poteva risolvere il tutto sognando il Bello, diventando buono e compiendo solo azioni buone anche nei sogni, proprio come lo era e faceva nella realtà, regolando al meglio ed onestamente le proprie carte. Così che il prossimo sogno gli fece individuare un luogo ben preciso, non lontano da dove risiedeva – la cava del proprio paesino natale. Una vasta distesa di terra e sterpaglie, nonché di campi incolti e sentieri, ormai abbandonata e situata dietro la villa dei Visconti, che confinava con ben 3 paesi, la propria frazione, San Lorenzo di Parabiago e San Vittore Olona. Allora vi si recò subito il giorno dopo – puntualmente – subito dopo il lavoro. Era in Primavera inoltrata, l'aria sempre più calda, le rondini già emigrate verso il sud, le piante fiorite che aveva già ripreso la loro forma. Tra i sentieri incontrò due ragazzi, erano fra essi Amici, così che – con un po' di coraggio – li fermò per salutare, candidamente, chiedendo se anche loro frequentassero questa meravigliosa zona e non avessero paura di andare in giro da soli dopo quegli eventi. Si presentarono a vicenda, capendo subito che la “strana coppia” di Amici, che continuava senza un vero motivo a sorridere, aveva sui 16/17 anni – anche loro! Compagni di banco, oltre che di vita, uno suonava la tromba (in Sibemolle!), l'altro si spacciava per fotomodello, ed era omosessuale. Nei momenti di silenzio – fra una presentazione e l'altra – i due Amici si lanciavano sguardi e sorrisi forse maliziosi, forse sinceri. Sembravano perlopiù la copia perfetta del Gatto e la Volte, o meglio – data l'intenzione misteriosa – dei due avvoltoi di Bianca e Neve, che per tutto il cartone non è chiaro il perchè della loro continua presenza, se non Esistenza. Chissà forse che avessero trovato l'Oro davanti a loro? Ma Pietro già si sognava un'Estate al Mare, le scampagnate alle cascine e i giri in bici oltre che in macchina, facendoli provare a guidare – insegnandoglielo bene – e magari anche ironicamente fermare, dalla “pula”. Le Leggi dell'Amicizia, nel tempo, rimangono pur sempre un Mistero.



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Opera scritta il 13/07/2019 - 12:33
Da Pietro Valli
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