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Sindrome di Stendhal

In un pomeriggio assolato
i suoi capelli sentivano il dannato bisogno di essere mossi dal vento.
Ma lei era al centro della stanza, immobile, incurante di ciò che le succedeva dentro.
Dai suoi occhi si scatenavano maree, nelle sue vene scorrevano violenti
fiumi di sangue senza sapere
dove affluire, e le sue labbra
Oh, le sue labbra, porto sicuro per il mio cuore vagabondo.
Ma lei rimase immobile.
Io da lontano le tracciai il profilo con un dito,
sarei stato fermo ore a guardarla
come si guarda un opera d'arte,
senza dire nulla.
Amandola persi la cognizione
di tutto il resto
poiché tutto il mio altrove era lei.



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Poesia scritta il 07/03/2016 - 22:25
Da Francesca Alfonsina Ruccolo
Letta n.1238 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Poesia affascinante, in ogni suo verso. i miei complimenti. Ciaooo

Fabio Garbellini 08/03/2016 - 12:41

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BENVENUTA NELLA CASA DI OGGISCRIVO...
UN LEITO QUANTO ESPRESSIVO DECANTO...
FELICISSIMA FESTIVITA' DEL OTTO MARZO...

*****

Rocco Michele LETTINI 08/03/2016 - 10:12

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