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Pulcini

Vi lascio li, la sera
dopo avervi disposto
con la cura che per me
da altri
avrei voluto.
Vi interpreto come posso
come riesco e come
mi è concesso.
Il più timido ai bordi
del vecchio tavolino
a capo chino, ma comunque
nel punto
che con filo di voce
e becco arrossato
sembra suggerire.
Il più intraprendente
poi
non può fare a meno
di parlare
e di gratificarsi nel farlo.
Ecco che allora lo metto
al centro di un cerchio
dove
con fare di navigato oratore
lo ascoltano
tutt'attorno i più giovani.
A testa alta
Interessati, incantati
da verità osannate.
Poi c'è Gionni,
zampe arancio abbagliante
e piume arruffate
aspirante pittore o forse
nato per gioire
innanzi ai colori
Tra le sue zampette
metto riccioli di carta improvvisati e bianchi.
Libero di giocare
e di sognare e trasformare
Il buio
In tele azzurro mare.
Tutto è pronto
chiudo finalmente
la porta
La notte passa
e io so aspettare
Buca la pelle
Il primo raggio di sole.
Eccomi da voi.
Siete amici e
siete bravi a farvi trovare
immobili
come Vi ho lasciato.
Poco importa
in queste
righe scoprir se vi siete
mai mossi.
Al pari non mi curo
del vostro
essere di peleuche,
venduti per 99 centesimi
a gruppi di 4.



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Poesia scritta il 15/04/2018 - 21:36
Da Piccolo Fiore
Letta n.1100 volte.
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