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Nera Dama

Tutto finisce nel tedio,
Ultima metà è stanchezza
Vestita in un nero completo,
Si inchina in saluto d'onesto.


Stuzzica mente il rimedio
Che porge con salda fermezza,
Di maschera a teschio in segreto
Avvicina con fare assai lesto.


Il volto ha coperto da un telo,
Un burka di araba dama,
Ma bianca è la pelle di fronte
E gli occhi suoi pari a smeraldo.


Muovendosi struscia il suo velo,
Cammina ma nulla lei esclama,
Sua testa diventa bifronte
Contorta come avesse caldo.


Un sibilo fischia il terz'occhio
D'un treno che scuote la terra.
Un forte rimbombo alla testa
Ch'e' simile a udito in sbadiglio.


Come se fosse un malocchio,
Sento un odore d'acerra,
Che'l senso mio tutto m'appesta,
Mentre m'addormenta un bisbiglio.


Sussurri di strane parole
Invocano a tratti il mio nome.
Mi sveglio di fronte uno specchio
Che Morte mi mostra in figura.


Alzando il mio braccio che duole,
Ripete suo arto mio come,
Mostrandoci simil parecchio,
Che due di real uno giura.


Toccato ho le ossa del teschio
Che in testa mia ormai troneggiava.
Su in cima vi era corona
Di re che vissuto, è rinato.


Trapasso nei fiocchi nevischio
Del freddo che il corpo gustava.
Campana lontano risuona
Per vita che ma ritrovato.




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Poesia scritta il 09/09/2018 - 11:46
Da Emanuele Cinelli
Letta n.1098 volte.
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