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CHE SONNO

CHE SONNO


“Sento che l'aria fredda
Punge sulla mia pelle”:
“Dai brividi percosso
Mi sento intirizzito
Come mi fossi tolto
Le coperte di dosso”:
“Ma dal sonno sconfitto
Ricoprirmi non posso”.



“Son dal sonno rapito
Nel silenzio assoluto
E nel buio più fitto
Non mi accorgo del fatto
Che ogni tanto, attutito
Si ripete uno sfiato”.



“Ma seppure incosciente
Percepisco ugualmente
Quella voglia impellente”:
“Ma dal sonno invadente
Sono preso talmente
Che rima “Non riesco a parlare
Perché il sonno ribelle
Non mi lascia fiatare”:
“Ora sento più spesso
Quello strano rumore
Che dilegua il torpore”.



“Sento, ancora assopito
Ma col senno destato
D'improvviso sortito
Lo sfiatare di un peto”.



“Lo sgradevole acuto
Repentino mi ha scosso
E son sveglio del tutto
E del sonno fottuto
Non mi sento più schiavo:
Poi dai visceri sento
Un segnale concreto
Del comune processo”:
“E ho capito che stavo
Scorreggiando nel letto”.



^*^*^*^*^*^



ngo impotente”.




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Poesia scritta il 29/10/2018 - 12:57
Da Gabriele Vacca
Letta n.1086 volte.
Voto:
su 0 votanti


Commenti


Ho rimediato, in effetti mi ero persa il finale scppiettante.

santa scardino 30/10/2018 - 18:31

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Quei meravigliosi attimi tra veglia e sonno li hai magnificamente descritti..bravissimo.

santa scardino 29/10/2018 - 20:33

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