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Il rullo incandescente dell'urano (a Stefano D'Orazio)

Or che 'l terren rullar tace,
su pelli di piatti gementi,
d'una batteria a me figlia e madre,
al cerchio d'Elios avvincomi
di orgogliose note e pentagrammi ricolmo;
tra onde di lacrime di chi mi amò
or dimoro estinto eppur eterno
or per sempre estate che sovran umilia
e più forte d'ogni dolor e d'ogni inverno.
Giace Stefano avvinto giace alle sue percussioni
al Signor vicin dopo il vol de'voli
a cucir sui vostri or tristi cuori
che noi cantammo ma non siam "Uomini soli".
Con fierezza scintilla di bandiera
Roby la tua fiammante e infuocata tastiera
e di voi anche il sembiante serbo
Red e Dodi,
di talentuoso suonar e di garbati modi,
chè gl'occhi miei serrati si son felici
d'avervi avuto al fianco
per fratelli e non sol per amici.
Che mai nell'aere la maestosità taccia
dell'"Ultima notte di caccia",
che sempre vi giunga dagli occhi miei
l'inebriar di quella "Tanta voglia di lei",
che or una stella a forma di tambur ho per maniero,
in cui vi mando luminoso il mio "Pensiero".
E con voi regni in sonno come in veglia
quel nostro comun sentir che ci fè uniti,
"Pronto, buongiorno è la sveglia".
Niun la musica fermerà
e mondo, or come nuvola e ricordo,
io "Canterò per te".



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Poesia scritta il 11/11/2020 - 13:41
Da cristiano comelli
Letta n.924 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Testo di grande pregio, una bellissima dedica ad un personaggio che resterà per sempre nel ricordo delle sue canzoni. Ciao Cristiano.

santa scardino 12/11/2020 - 14:37

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