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Caduta dalle scale

Ahi certo la caduta fu si dura
Divenne, è vero, la caviglia scura
Ma la fortuna fu dalla sua parte:
A usbergo ebbe alfin la spazzatura.


Che se colpevole fu della caduta
Oltre che il mal in parte fu il rimedio.
La curva della scala occorrea farla;
Così toccò finanche ringraziarla!


Poi come da crisalide farfalla,
A nuova vita va rompendo il guscio,
Così per la caviglia, or senza falla,
Fu il suo tutor lasciare dietro l'uscio.


Chiusa dentro di lui come a Fort Knox,
Sei settimane come da consulto,
Libera si sentì con le sue Crocs.


Pronta era già, e senza alcuno smacco,
A scarpe estive, anche con il tacco;
Ma freddo e pioggia arrivavano alle cosce.
E non restò che metter le calosce!


Poi finalmente con la buona stagione,
Venne anche il giorno della Liberazione.
La primavera si fece così bella,
Che scarpe di cristallo mise cinderella!




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Poesia scritta il 20/05/2021 - 11:42
Da Glauco Ballantini
Letta n.842 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Simpaticamente carina!

Maria Luisa Bandiera 20/05/2021 - 16:40

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Globalmente quasi una filastrocca, a tratti persino nonsense, la parte centrale dell'opera la reputo la più poetica. Ritengo che il brano abbia una forte componente allegorica. Avendo dapprima identificato il brano "quasi filastrocca" non manca una giusta dose di ironia in alcuni percorsi, così come accenni sperimentali, dando l'idea di un'opera particolare.
Nonostante un frizzante rimeggiare francamente mi ci è voluta una bella dose di concentrazione per seguire un filo conduttore nascosto, sempre ammesso che ci sia o ci sia.
Hai saputo padroneggiare l'abilità scrittoria in maniera esemplare senza Caduta... di stile.
Cinque stelline!

Giuseppe Scilipoti 20/05/2021 - 12:41

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