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La locanda dei tre moschettieri

Nella locanda dei tre moschettieri
c’è un uscita sul retro
riservata alle speranze e alla fuga degli amanti pentiti.


La padrona legge Dumas
e affitta le stanze senza chiedere il nome.
Ha un anello arrugginito al dito medio,
lo usa per sfregiare i passaporti
perché dice che così non dimenticano,
perché dice che così poi ritornano.


Costanza porta i piatti e pulisce i tavoli.
C’è troppo rossetto sulle sue labbra,
ma gli occhi sono ancora puliti d’azzurro
e un suo sguardo vale tutta una vita.


La televisione straniera urla che le missioni di pace
non si possono fare senza fucili
e sussurra di naufraghi senza isole,
che famosi non saranno mai.


Costanza pulisce e ascolta,
una lacrima azzurra cade sul tavolo,
le prendo la mano,
non voglio che asciughi,
non voglio la cancelli.


Abbiamo fatto l’amore in un battito di ciglia,
poi sono fuggito dall’uscita sul retro,
perché la rotta per domani è già tracciata
e lo scafista aspetta,
aspetta con la pistola carica infilata nella cintura.




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Poesia scritta il 16/09/2014 - 04:36
Da floriano fila
Letta n.1356 volte.
Voto:
su 7 votanti


Commenti


Ottima, ottima, ottima. Per la sua malinconia mi ricorda De André.

Dario Senalio 16/09/2014 - 20:44

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Le tue poesie sono tutte cariche di atmosfera. molto visive e palpabili emotivamente.complimenti!

Claretta Frau 16/09/2014 - 14:51

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Delicata e amara allo stesso tempo...

Nicola Lo Conte 16/09/2014 - 12:49

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Nella locanda dei tre moschettieri scorre la vita reale con le gioie e i tormentiche si stanno vivendo,complimenti,opera intensa,musicale,piacevole,a rileggerti con piacere,buona giornata FLORIANO

genoveffa 2 frau 16/09/2014 - 09:40

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