RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

I fiori della primavera sono i sogni dell’inverno raccontati la mattina


L’uomo con sul dito una coccinella della poesia a tema di marzo si lascia scivolare sulle gambe. Ora dorme. La testa ricurva in avanti, nella sfumatura intensa di un’alba che gli pesa sulle spalle.
Il coleottero a piccoli passi torna tra gli alberi sulla tappezzeria. Fino ad ora non era stato molto fortunato. Era uscito di casa per trovare una foglia dove lasciarsi amare da un raggio di sole, non se ne era accorto nessuno.
Aveva altre domande, diverse da quelle dell’uomo. Le fronde mormoravano di una coccinella come lei, solo più vorace, dalla livrea arancione e gialla nel grande bosco lontano che aveva tutta l’intenzione di governare da dove lo sguardo può arrivare… fino a capire quanta sia stata la fortuna di esserci. Un’altalena dondolava da sola, si sentiva smarrita.
Degli abeti secolari non restava niente, se non il ricordo disegnato nel cielo dai petali dei piccoli fiori. I saggi gufi, le vecchie querce continuavano a morire.
Restavano loro, i fiori. Giovani fari capaci di c... (continua)

Mirko D. Mastro 23/03/2020 - 06:09
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I GATTI DEL QUARTIERE


In un piccolo quartiere periferico di un paesino dell’entroterra campano, confinante con la Puglia e col Molise, vivevano alcune famiglie che, amanti dei gatti, ne avevano numerosi davanti alle proprie abitazioni, in quanto li accudivano dandogli da mangiare.

La presenza di quei gatti era motivo di discussione con altre famiglie dello stesso rione, che, infastidite da quei pelosetti, dopo aver messo delle esche avvelenate, ne causarono la morte di tutti.

Alcune famiglie rimasero rattristate per l’accaduto, altre ne esultarono.

Accadde che durante il periodo estivo, alcune famiglie, proprio quelle che avevano avvelenato i gatti, si ritrovarono davanti alle loro abitazioni, serpenti, topi, lucertole, e altri animaletti non graditi.

Rimpiangendo i gatti avvelenati e preoccupati dalla presenza dei nuovi arrivati, molti si attivarono per procurarsi dei gatti, palesando così al vicinato di essere ben disposti a tenerli nel quartiere e persino davanti alle proprie abitazioni.
... (continua)


Carmine De Masi 14/05/2022 - 13:02
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I gesti eclatanti non salvano le relazioni.


I gesti eclatanti non salvano le relazioni tra due persone.
Cercherò di esprimermi meglio.
I gesti eclatanti possono salvare una relazione da un precipizio, ma non riescono a mantenere salda una relazione a lungo.
Le crisi, inutile prenderci in giro, colpiscono tutti: dalle coppie unitesi da poco, fino a quelle che ormai di inverni e primavere ne hanno visti così tanti da averne perso il conto.
In queste crisi può dunque capitare che qualcosa venga meno: dalla semplice attrazione fisica, fino a quella armonia nel parlare e nell’ascoltare l’altro. E allora via coi litigi; con le parole forti; i silenzi; le urla; i giorni passati senza sentirsi. Si ha quindi una relazione destinata a precipitare e schiantarsi a terra da un’altezza così elevata che lo schianto distruggerebbe definitivamente quella relazione.
Per risolvere queste situazioni di forti tensioni, si giunge quindi al gesto eclatante, come un ultimo e disperato tentativo per salvare la relazione: un viaggio; un gesto sempr... (continua)

Andrea Motta 28/09/2017 - 21:51
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I gesti eclatanti non salvano le relazioni: un breve racconto.


Quel giorno Stephane arrivò puntuale all’appuntamento a casa del signor Jacques De Bois: le 18:00 esatte.
Non era solito arrivare in orario agli appuntamenti: generalmente tardava volutamente concedendosi il cosiddetto quarto d’ora accademico; altre volte, invece, era semplicemente ritardatario. Ultimamente, tuttavia, stava riuscendo sempre più spesso ad essere più puntuale.
Suonò al citofono due volte velocemente, come per essere certo che il segnale elettrico fosse arrivato e il citofono all’interno della casa di Jacques De Bois suonasse.
Fuori pioveva piuttosto forte, ma per fortuna Stephane riuscì a non bagnarsi troppo grazie all’ombrello.
Attese qualche secondo.
-Sì?- chiese una voce umana dal suono metallico reso tale dal citofono.
-Sono, Stephane, monsieur De Bois- rispose Stephane.
-Ah, sì- fece di ricambio Jacques e aprì.
Stephane entrò nel condominio e dopo aver chiuso l’ombrello e averlo scotolato per far cadere l’acqua che vi era ancora impregnata, salì al secondo... (continua)

Andrea Motta 10/10/2017 - 18:10
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I giovani e i social


Ricordo una frase citata nella Pasqua del 2000 da Papa Giovanni Paolo 2,persona che gradisco. Suscita tenerezza verita;se vivi in mezzo ai giovani dovrai anche diventare te giovane detta prima in polacco la sua lingua madre poi in italiano. Nel senso che anche parecchi anziani sono approdati nell'era moderna.
Per quanto riguarda i social network,la rete ormai pubblichiamo video alcuni senza senso, foto sembra quasi che se non appari ti manchi qualcosa quel senso di appartenenza al tuo Se.
Che poi,è una questione che colpisce anche i più piccoli che sanno usare un cellulare,quando loro coetanei lavorano in specie di miniere in Africa per far funzionare i nostri telefoni;mentre multinazionali che gestiscono varie applicazioni si sono arricchite negli ultimi quindici anni circa.
Alla fine,è solamente un processo evolutivo, l'uomo nelle sue esistenze precedenti ha sempre avuto curiosità di conoscere sapere,di andare oltre oggi, finalmente possiamo dire di promulgare apparire,ma è il f... (continua)

emanuele zaghini 20/11/2019 - 10:34
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Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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I miei ampi spazi


Percorrevo larghi ed ampi viali colmi di luce, calzavo larghe foglie, cavalcavo fulgenti comete, mi specchiavo nelle notti stellate: senza baratri, nè muri da scavalcare, nè filo spinato da mordere. Poi mi accadde di perdermi lungo la via. Mi ritrovai ad affrontare mareggiate. Nel caos persi la mia vecchia bussola, si spensero tutte quante le luci ed io rimasi al buio. Mi smarrii così in oscuri anfratti. Percorrendo stretti cunicoli e strisciando fra sorci e vermi, mi accorsi di aver perso i miei ampi spazi. Inerme e spogliata delle mie certezze, vagai per giorni alla ricerca di essi. Li ritrovai, in un misero angolo. Sguazzavano fra detriti e scorie, amoreggiavano con scolorite maschere, odoravano fiori finti e ascoltavano spudorate menzogne. Reclinai all'indietro il capo, per raddrizzare il mondo: chè mi parea capovolto. Cominciai a sciacquarmi con l'acqua di fiume e con entrambe le mani bevvi acqua dai ruscelli. Lasciai che il sole asciugasse i miei capelli e mi tingesse di rosso le... (continua)

Giovanna Balsamo 24/01/2017 - 09:28
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I morti


I morti urlano. I morti sussurrano. I morti guidano le nostre speranze.

Quando penso ai miei genitori, li immagino in vacanza. Partiti per una meravigliosa crociera intorno al mondo. Ogni anno una enorme nave salpa da un porto della Liguria e, superato lo stretto di Gibilterra e Madera, giunge sulle coste brasiliane e poi Panama, California, Hawaii, Tahiti, Nuova Zelanda fino al mar Rosso. Un viaggio di cento giorni indimenticabili e costosissimi.

Sono loro che guidano i miei passi, ho quasi dimenticato i terribili momenti della loro fine, penso soltanto alle loro voci, al loro volto, le loro mani, il loro calore, quello che solo i genitori possono dare senza chiedere nulla in cambio. Non mi mancano, perchè ci sono. Io sono con loro, perchè la loro presenza è continua, costante, rassicurante. C'è qualcosa che mi fa credere in qualcos'altro, esiste una dimensione appena sfasata rispetto alla nostra, è possibile toccarla con mano, basta avere fiducia, rispetto, amore.

Il frat... (continua)


Vincent Corbo 10/05/2016 - 06:32
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I passi lenti di un cuore in catene...


La sabbia si aggrappava alle mie scarpe, quasi volesse fuggire da quell'immenso tappeto grigio dove ogni granello si mescolava all'altro... I passi lasciati dietro di me segnavano il percorso intrapreso: una lunga passeggiata lambita dal regolare infrangersi delle onde sul bagnasciuga. Il sole, ormai sfinito dalle ore, traspariva dietro nuvole argentee fendendo con i suoi raggi i miei semichiusi occhi che inseguivano un gabbiano nel suo lento e sontuoso volare. La calma musica che cela una conchiglia nel suo guscio è un arcano mistero che da secoli ripercorre le note di un tempo, in cui una mano misteriosa dipingeva l'universo e il SUO pensiero modellava uomini e donne di infinite epoche e stagioni... Solo il mio cuore continuava ad essere inquieto... tremava come quelle bandiere poste sulle aste di lidi vuoti e deserti che attendono il pullularsi dei corpi sull'arsa sabbia di Agosto... mentre l'obiettivo di una videocamera immortalava il giorno e gli eventi ad esso legato... e il mio ... (continua)

Salvo Romano 30/10/2013 - 12:12
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I privilegi di uno zero


Se ci fosse solo lo zero, non si dovrebbero contare i passi che mancano alla fine e non sarebbe necessario dare corda agli orologi o strappare fogli dal calendario ogni fine mese. Lo zero gode dell'enorme privilegio di non dover contare gli scalini che lo conducono chissà dove e non deve perdere tempo ad addizionare, né a sottrarre. Se io fossi zero, non controllerei il tempo, né mi chiederei se la mia è stata un'inutile attesa o una perdita di tempo. Non dovendo più guardare né avanti e né indietro, potrei finalmente godermi un'immortale immobilità, o fotografare un istante di felicità e ripeterlo all'infinito e non ci sarebbero più ore, giorni, adesso e mai. Chi non vola troppo alto, cade meno frequentemente, può allacciarsi facilmente le scarpe e non deve curvarsi troppo per parlare con i bambini o per abbracciare il suo cane. Ma mi rendo conto che non posso contare solo su me stessa e che devo contare sugli altri e insieme agli altri. Allora mi limito a contare, solo quel tanto ch... (continua)

Giovanna Balsamo 25/05/2016 - 11:55
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