Giustezza palesata- Alinea I
Nitente Son qui da talmente tanto tempo, che nemmeno ricordo… In quella notte giudaica, sotto un cielo fulgido e per nulla coperto Giove e Saturno in una sola orbita mostravano pastori e greggi che ancora dormivano all’aperto. In quel tredici novembre dell’anno sette avanti cristo il mio babbo, edile in Betlemme, bussò alla bottega di Giuseppe per annunziare al marangone la paternità: basito, imboccò la viuzza lemme.
Se ti piace far credere cadesse la neve fa pure, che fosse il venticinque dicembre dell’anno zero. Ma stavi nel magazzeno del padre mio, in un caldo covile. Lo so, perché io c’ero. -Dentro queste Cronache azzimate da poema in sei alinee, la fede come a volte accade non è che il motivo addotto a discolpa di ben altro. Non chiede altro l’autore che la pazienza dell’attento lettore…... (continua)
Mirko D. Mastro 31/01/2023 - 21:30
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Giustezza palesata- Alinea II
Dal frontone spezzato A Betseda il disgraziato ciecomuto che subdolamente graziasti aveva un nome: io e Samuel prima delle tue frodi giocavamo sempre alle tabulae lusoriae. E dalle tavole orizzontali con le dodici linee, alle tavole incrociate con tre chiodi il passo è breve Rabbi, non trovi? Il sudario adulterato poi è stata una trovata da maestro, Maestro… e quel tre aprile dell’anno trentatre infilare via Della Fuga al crocicchio con via Crucis per eclissarti a guisa del natante imbozzato sull’arenile non era niente altro che una lapalissiana conseguenza al tuo disegno preternaturale. Per quello sciagurato scusso, ma scrio feci erigere sul crocevia un’edicola a egida di un’epigrafe citante “La veridicità di una testimonianza ”, ove potergli dire addio. Io ci sono ancora…
-Dentro queste Cronache azzimate da poema in sei alinee, la fede come a volte accade non è che il motivo addotto a discolpa di ben altro. Non chiede altro l’autore che... (continua)
Mirko D. Mastro 02/02/2023 - 22:01
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Giustezza palesata- Alinea III
Panzana Mi sovvengono le notti di Cafarnao intessute di sbicchierate con i tuoi casigliani Pietro e suo fratello Andrea, Giovanni e Giacomo figli di Zebedeo e Matteo pregno di bacco con i suoi pensieri amorali per quella piacente almea. Hai mai mentovato ai tuoi cugini Giacomo e Taddeo delle nostre grasse libagioni plenarie, con Bartolomeo rigurgitante di nettare in occasione delle nozze di Cana? Di Giuda assuefatto ai dadi, e Simone troppo emendato per ravvisare una serpe strisciante nel Profeta… e l’artifizio della moltiplicazione? Sulle rive del Giordano un subisso di vitto da cinque pani d’orzo e due pesci, pania realizzatasi con la correità di Filippo e Tommaso che dal lago Tiberiade condussero e orpellarono nottetempo le pietanze, per tua vesania. … e ci sono sempre stato…
-Dentro queste Cronache azzimate da poema in sei alinee, la fede come a volte accade non è che il motivo addotto a discolpa di ben altro. Chiede anche questa volta ... (continua)
Mirko D. Mastro 04/02/2023 - 22:03
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L’autore del Tomo
Praefatio Le fronde dei salici piangenti come impenetrabili pareti, fitte al pari della notte, sembravano sussurrare
Due ali custodiscono l’inchiostro, nere. Chino sul manoscritto l’autore scrive le sue sere
…con quella penna che appartiene all’anima, il corvo continua a volare fuori dai righi sugli strumenti che lo scrittore ha; come un passo che avanza tra luce e tenebre
«non ebbi motivo di ripensare a Samaèl e agli altri personaggi di Reprobi Angelus… fino a quella sera» Sul filo della realtà l’autore del Tomo prova a lasciare un’emozione delicata, quasi commovente
secundo libro... (continua)
Mirko D. Mastro 19/02/2023 - 06:30
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L’autore del Tomo 1:10
non habebis alium Deum praeter me cap I- Conversazioni
Adesso so. Quest’unica, singola volta proverò a dissuadervi dall’origliare il mormorio sommesso del mio conversare solo, a fiume su Poe. E non negherò la nera ombra del mio interlocutore. Non udirete uno straziato gracchiare, non un graduale miagolio. Né un soffio. Ma lo sguardo di quella presenza. Un suono roco e stridente mi condusse dalla camera da letto fino al terrazzo tra il granturco. Le brattee che ondeggiavano al vento sul fianco della collina parevano terrificanti braccia di orangotango furiosi. Si percepiva l’odore della polvere della trebbiatura. Restai lì, inspiegabilmente succube ai capricci della scrittura. Il pensiero si fermò sulla grammatura del caffè nella tazza, e a quella che volessi dare al nuovo romanzo… e lo sguardo solo qualche attimo sul verme che voleva guadagnare terreno sul foglio a discapito della matita. L’unico a rimanere impassibile era il tavolino in vetro con base a... (continua)
Mirko D. Mastro 21/02/2023 - 06:44
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