RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Autore

     
 



Il viaggio (aforisma, I fiordi come i poeti…) sedicesima tappa

Mentre il nostro salotto itinerante si sposta tra gli olivi con i loro tronchi sofferti, a testa alta nonostante tutte le fatiche, canterello “E ci son sere qua da noi/ che te ne vai a letto, ma dormire non puoi/ perché il silenzio qua da noi/ fa delle domande a cui non risponderai”.
Viaggiano con me in poltrone di varia foggia le sagome nitide di Ernesto, Giuseppe e Santa, e le ombre di Ferruccio, Arduino e Glauco. Maria Luisa, Barbara e Loris, Antonio, Grazia e Anna Maria, Moreno, Laisa, Mary e Margherita.
Mi sono sempre piaciute le ombre senza il fardello dei dettagli. E le qualità dei dettagli.
Intanto che i miei ospiti ancora sonnecchiano mi incuriosisce la storia di quel San Nicola da Myra che, smessi gli abiti vescovili per assomigliare a un simpatico vegliardo a bordo di un asinello, consegnerebbe i doni la notte di Natale.
Per te ho pensato all’aforisma, una breve frase che condensa un principio specifico o un più generale sapere filosofico o morale. Detto anche aforismo,... (continua)

Mirko D. Mastro 16/12/2020 - 19:22
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Reprobi Angelus 3.12

Tertio capitulo
Samaèl forse vi guarda dormire

I giorni che seguirono furono confusi, indistinti. Un continuo andirivieni di auto e genti alla locanda Della Cannella per commemorare quella vecchia macchietta che del paese conosceva il decoro. E i segreti.
Benedetta, rovinata nella più scorata malinconia per il lutto e la passività del marito, desiderava solo muoversi di nuovo liberamente. Si sentiva egoista. Il marito passava le giornate in bottega ad evadere gli ordini. Diceva di essere gravato dal lavoro. E le notti nel capanno retrostante la locanda a far chissà che.
<Andrà meglio Benedetta, qualunque cosa ora tu faccia non lo farà stare meglio… Se abbandonassimo tutti l’idea di credere nel diavolo, forse le brave persone smetterebbero di morire> Lobella guardava nel cappuccino sperando di ritrovarci forse il sorriso dell’amica.
E cercando di togliersi dalla testa quei pensieri sulla presunta somiglianza tra il forestiero e l’impenetrabile uomo del dipinto.
<A ... (continua)


Mirko D. Mastro 17/04/2022 - 19:42
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Oggi il cielo ha un dolore bellissimo

Sarò allo scrittoio con uno di quei golfini senza le maniche
sotto la giacca di velluto marrone a scrivere e guardarti
preparare una di quelle leccornie o a prenderti cura delle piante del balcone.
Coi tuoi capelli bianchi, e ancora la freschezza dei trent’anni.

Continui a fare la piega al lenzuolo dov’è il mio cuscino,
anche se da poco meno di un anno ti guardo da una piega nel cielo.... (continua)


Mirko D. Mastro 12/03/2022 - 17:43
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Giustezza palesata- Alinea IV

Eravamo assieme

Al fianco del Califfo Yusuf osservasti
senza muovere ciglio i mercanti arabi
di schiavi, e alla tavola del governatore
di Cordova faceste la conta dei morti:
diciotto milioni tra gli oppressi, incuranti
della mia presenza, un suo lacchè a ore.
In sella col re Tamerlano lasciaste sul
campo diciassette milioni di cadaveri,
e davanti al fuoco ascoltasti, alticcio
appena fuori dalla tenda di Gengis Khan
i racconti dei guerrieri mongoli alteri
dei quaranta milioni caduti; dal pagliericcio
nel recinto dei cavalli vi udii anch’io.
Eravamo insieme anche durante la conquista,
l’esplorazione e l’occupazione delle Americhe.
Tu con i tuoi bei vestiti in tessuto di cotone
da colonizzatore, io laido mozzo sdegnato.
Quindici milioni periti per visioni estatiche.


…sono chi ha fatto…


-Dentro queste Cronache azzimate da poema in sei alinee, la fede come a volte accade non è che il motivo addotto a discolpa di ben altro.
Chiede un'altra volta an... (continua)


Mirko D. Mastro 07/02/2023 - 03:29
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Componimento elegiaco- Il bandolo dell’androsfinge

A quei forestieri, e daccapo a me
formulasti l’inintelligibile bandolo
“Due sorelle: la prima concepisce
l’altra e questa, a sua volta, procrea
la prima… chi sono le due sorelle?”.
Quando ti risposi con proprietà
mi riconoscesti come una figura
di soglia, e ligia al tuo essere facesti
per divorarti: ma la Giornata di
fragranze e la Notte foderata di stelle
vollero darti due gambe antropiche.
Ci accolse il più esterno dei cieli
e tutti gli astanti riconobbero il puro
amore, e un refolo ci salutò
sotto una volta di tremule fiammelle.... (continua)

Mirko D. Mastro 28/03/2019 - 17:59
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