RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Autore

     
 



L\\\'UPUPA

“Hai notato il nuovo proprietario del giardino?
Esordisce mia moglie… Poi sbotta: “questa casa sembra un rifugio per uccelli… Corvi, gazze, merli, passeri, e anche le rondini adesso che cercano di nidificare sotto il cornicione!”
Lei è piuttosto fobica per i volatili in genere… ed essendo una maniaca per le pulizie è infastidita dalle tracce che lasciano sulla ringhiera e sul terrazzo.
“Ma adesso c’è un altro uccello, con un lungo becco, e la cresta… che s’aggira in giardino sai dirmi cos’è?”
“Sarà una beccaccia” gli ho risposto… così di primo acchito… ma le beccacce non hanno la cresta. E poi… è un uccello troppo appariscente, variopinto, e quel ciuffo allungato all’indietro… che d’improvviso s’apre a ventaglio.
- No! Non è una beccaccia… e non credo sia una varietà di piccione, anche se le dimensioni sono quelle.
- Oh, santo Internet ! Finalmente ho scoperto che si tratta dell’UPUPA!!
- che stranezza… è l’upupa davvero!
- È carina l’upupa…
- La leggenda vuole che l’upup... (continua)

Francesco Gentile 05/06/2016 - 11:41
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Il binario unico

Un giorno triste non lo puoi cambiare. Può solo passare, con il dispiacere, i pensieri che fanno male, tanti perché… e le risposte che non ci sono.
Scrivono i giornali di un “binario unico” per due treni… e una strage tra gli ulivi.
Binario unico… riservato alle periferie, i borghi dimenticati, le campagne abbandonate, e i paesi sonnacchiosi, invecchiati e disillusi.

Un binario secolare… che ha segnato la strada d'intere generazioni. Il binario portava lontano, verso il sogno di una vita migliore, venduta a caro prezzo nelle grandi città o le metropoli ancora più lontane, dove di binari da prendere, per continuare a soffrire, ce n’è l’imbarazzo.
E il mio dispiacere diventa incontenibile… quando leggo che la responsabilità della strage sembra ricadere su quel povero… unico binario.

Si, è vero, potevano costruirne un altro… di binario, e magari lo faranno in fretta adesso…
Ma la verità e che i treni non sanno più dove andare.
Mi dispiace, sono addolorato, e spero che le fa... (continua)


Francesco Gentile 13/07/2016 - 11:47
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Da dove cominciamo questa sera?

-Cavaliere! se posso dirti… io ho una proposta: Andiamo ad “Aschi” sulla montagna. Al bar del paese hanno organizzato una serata a base di porchetta, salsicce locali, birra e vino paesano… Io la conosco quella gente, credimi cavalié… fidati di me! Tanto, se ci chiamano, e non siamo troppo ubriachi, facciamo in tempo a scendere per qualsiasi intervento. In fondo abbiamo sempre risolto tutto, e mai nessuno ha avuto da ridire..

-Senti Miché… vorrei proprio capire perché mi chiami “cavaliere” e allo stesso tempo mi dai del tu… ma non importa, tanto la risposta già la conosco. Comunque facciamo come dici tu. Tu sei l’autista e hai la consegna delle armi… perciò ti considero responsabile di tutto… compresa la tua e la mia incolumità. Ma dimmi come ti è venuta questa brillante idea?

-Cavalié… il fatto è che ad Aschi mi conoscono tutti, quei quattro gatti, e gli ho detto che il mio comandante è un vero intenditore di cose buone. E se ti posso dire, cavalié… ad Aschi di cose buone ce ne ... (continua)


Francesco Gentile 06/08/2016 - 04:11
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Storie di montagna

Ah, compà! Lo sai che so visto o Lupo ?
Oh.. No! E dove lo si visto ?
Ieri, ieri... lo so visto dietro ai fossi !
Oh, compà! Lo sai che so visto L’Orsu ?
Ah… e dove lo si visto ?
Eh, compà! Lo so visto proprio ieri, dietro ai fossi,
sopra l’alberi de glie mele !
Che me guardava
e magnava
come fossero
le sue…... (continua)

Francesco Gentile 07/09/2017 - 10:57
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La finestra della solitudine

La solitudine è uno strano concetto, ripeto tra me e me, mentre arranco sulle pendici della montagna.
Risalgo il bosco di faggi e pini, senza seguire un sentiero, tagliando dritto per la vegetazione intricata, verso la roccia nuda delle vette.
Desideravo tanto questa solitudine!
La solitudine… da cosa? Mi fa eco un pensiero profondo: Nemmeno nel bosco si è soli, almeno fino a quando circolano nella testa tutte le cose dalle quali sto fuggendo.

Il bosco è un vero amico!
Non ti fa domande, ti offre una mano e ti consiglia sempre, mostrandoti l’essenza delle cose.
Non sono solo nel bosco, ma forse non si è mai soli davvero e la vera solitudine non esiste.
Forse, quella vera, deve somigliare alla morte, e a volte si muore… drammaticamente, proprio nella più nera solitudine.

E tu… parete rocciosa, fredda e indifferente, sulla quale mi appiattisco cercando appigli insicuri, che cosa mi dici?
Già, tu non rispondi a parole, ma questo brivido lungo la schiena mi dice che se... (continua)


Francesco Gentile 04/10/2016 - 12:08
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