RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Autore

     
 



Madre

60. Madre.
Attraversai tutta la città con il cuore in gola mentre cercavo l’indirizzo scritto a penna su di un foglio di carta. Prima strade di cemento, poi un parco pieno di bambini. Sull'orlo del cancello d’ingresso fermo osservavo, di fronte, la nuova casa di mia madre. Nessun muscolo osava muoversi, i respiri silenziosi sussurravano i battiti del cuore.
In quel momento una donna aprì la porta ed uscì. Era bellissima e felice. Emanava una luce che non ricordavo le apparteneva nemmeno quando suonava il pianoforte. Emanava il profumo di colori delicati e lucenti, il calore della coperta che consumiamo per nasconderci dal freddo. Era lì ed io qui, sull'uscio di un parco pieno di bambini che giocavano e si rincorrevano. Ed il bambino dentro di me urlò:
“Mamma”
E la donna si voltò, verso il parco, per un attimo sfiorò i miei occhi. Poi un bambino sfiorò la mia gamba uscendo dal parco e la raggiunse. Lei strinse il suo capo al petto e lo portò dentro casa. Per un attimo, un solo momen... (continua)

Bruno Gais 28/04/2017 - 14:42
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L’uomo del faro.

Per raggiungere la fine del faro c’era da percorrere tutta una lunga scala a chiocciole, talmente vecchia che alcuni gradoni non esistono più, sostituiti dal nulla, che potevi osservare i gradoni sottostanti.
E poi c'era la fine del faro, con il guardiano dentro.
Il guardiano del faro era rimasto in trappola:

"non riesco più ad uscire da qui. E’ una situazione straziante, non ho più legna secca per accendere un fuoco la notte, come farò a cucinare i pesci che di giorno catturo con una lenza dalla sommità di questo posto? Usavo molliche di pane come esca, ma è finito anche quello. L’ultima mollica era diventata talmente dura che ho spaccato il dente ad un sarago. Devo uscire di qui, ma non ci riesco.
Nella sala di controllo ho forzato l’armadietto ed ho trovato qualche bottiglia d’acqua e alcune scatolette di tonno, posso sopravvivere ancora.
Mi manca il fuoco, che tutto scalda, che scalda il cuore ed allontana le tenebre del passato, dei miei ricordi, che le pillole della t... (continua)


Bruno Gais 19/01/2018 - 22:15
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La parola Ricordo.

La parola "Ricordo":
Di quando mi sentivo meno depresso pensando a quelli che levano la merda nei cessi dei locali per sei euro all'ora. Di quelli che in passato toglievano le merde dei cavalli che tiravano i tram. Eppure anche loro esistono e stanno in silenzio, mentre noi ascoltiamo solo i nostri capricci e quelli della gente ricca. Dello spazzino che alza tutte le vostre birre lasciate per le strade di Napoli in piena notte a voi non fotte un cazzo, eppure vi scandalizzate quando di giorno vedete le strade della vostra città sporche.
Ricordo allora è una parola giusta.
Sono e non sembro più io, un moralista corrotto che vi punta il dito contro.
Ricordo che ogni volta che mi piaceva una ragazzina lo dovevo tenere per me, altrimenti, un desiderio di uno, diventa il desiderio del desiderio di tutti, e poi arrivava il migliore amico di turno e la portava via. Questo per dire che se scavi a fondo nella grotta del bene, anche lì ci trovi le pepite del male.
Allora forse non... (continua)

Bruno Gais 06/12/2017 - 10:38
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Imparare ad amare

Ti vedo sai, c'è il fiume che scorre e tu immobile che fissi il vuoto, i piedi rinfrescati dall'acqua, il suono della natura.
Dio!
se solo Dio udisse il suono della natura.
Ma tu sei lì con le tue orecchie che tutte le onde catturano.
Ma tu sei lì con il tuo sguardo, che piano piano inizia a corrugarsi
e poi,
le labbra a mordersi,
e poi,
i pugni chiusi premono sulle vene
il sangue bolle, sei furiosa, incazzata,
Ti senti dannata e invece, sei solo bellissima.
Resisti ancora un pò, trattieni il respiro,
Trattieni tutto,
Un armadio che non si chiude
ma alla fine,
L'apnea è solo un trucco,
e quando
il Sole è alto, abbastanza alto,
il tuo mura crolla,
E cedi, lo sguardo mette a fuoco il centro del fiume, piccoli pesci danzano con le onde.
La schiuma dell'acqua è densa al punto giusto,
E' seme, è vita.
E poi cedi un altro pò, lo sguardo cerca di nuovo il centro del fiume ma adesso tutto è sbiadito, perchè i tuoi occhi diventano sorgente,
sgorga acqua minerale dal ver... (continua)

Bruno Gais 02/01/2018 - 15:38
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Subpalchetto

E stringilo forte il mondo tra le tue mani perché poi quel che resta è:
Fusione, da solido a liquido, le nostre carni diventano flusso di coscienza.
Ma anche,
Liquefazione, da aeriforme a liquido, quando la nostra essenza torna a desiderare un corpo.
Quella clessidra non è mai la stessa eppure fa un movimento ciclico, tic toc, toc tic ta ta bum, ed esplode il tempo ma,
L’ultimo momento,
sono io che torno a casa, quando il sole tramonta e tutto diventa uno stagno, che quasi la scrittura assorbe questo finto moto fluido e sparisce la punteggiatura prima dolcementesifanno sempre menofrequenti i distacchitraleparole perché tuttodiventaunlungofiumechescorredafermo.
I punti, le virgole, sono solo limiti che il mondo si è imposto.
La pittura si crede invece libera ma incespica nello spazio di feti di muri partoriti da cervelli umani distratti
dispersi
astratti
persi.
chiedono aiuto nel deserto, ma sono solo sotto ad un palco pieno di luci che regalano ombre,
E poi il cantante si... (continua)

Bruno Gais 26/06/2018 - 10:32
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