La Ballata degli Ubriachi
la cittā dorme di giā,
son pochi ormai gli sguardi
che l'alba osserverann.
Ai cinema, ormai vuoti,
baracca si chiuderā,
svuotati i bar, son tutti vuoti,
quando apron, si saprā.
Ma nelle strade, oltre al triste
abbaiar dei can,
file miste
di ubriachi giran in cittā.
Senza meta, vagano
felici d'idiozia,
confusi, loro urlano
la lor inconscia allegria.
Rit. Ubriachi
lor conoscono il senso
del mondo, e stanchi
sputano in faccia all'universo.
Inconsciamente
lor dicono veritā,
ma stoltamente
vanno nell'oscuritā.
Tutto il momdo
č raccolto in un bicchiere,
per scoprirlo, un nauseabondo
amar del bere.
Il Vino č amico,
forse viver lor farā,
il Vino č nemico,
ovvio, morire lor farā.
La Luna disgustata
arretra e se ne va,
e guarda, molto irata,
gli ululanti in cittā.
Ascolta addolorata
quel forte lor gridar,
e ride lei contenta
del penoso lor strisciar.
Ancora
gli ubriachi vagano in cittā,
ma č giunta l'ora,
e l'alba spunta giā.
Cadono a terra,
dormono al freddo,
alcuni restano a terra,
altri guidano morendo.
Rit. Ubriachi,
marciano lor
nel mondo, dannati,
ridono in faccia all'universo.
Inconsciamente
mostrano felicitā,
stupidamente,
fin quando notte durerā.
La notte č finita,
la marcia si ferma,
ma ricorda, tornerā,
la marcia riprenderā,
ricomincerā
quando il buio tornerā,
quando il buio tornerā,
Quando il buio tornerā.....

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