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AL BUIO IN UNA CAVERNA

Le istruzioni sono:

La scena si svolge in una caverna. Il protagonista, assieme ad altre persone, si ritrova improvvisamente al buio. Quali sono i suoi pensieri e le sue preoccupazioni? La grotta ha dei pericoli. Cosa succederà? Quale sarà la conclusione? Scrivere una storia così ambientata.


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Riflessioni

"Your own... Personal... Jesus... someone to hear your prayers... someone who cares". E tu, bianca, spoglia, fredda pagina, ascolterai le mie preghiere? Ti ho scaricata gratis da un qualunque sito di consulenza e sinceramente – cazzo che vergogna – l'altro aiuto gratis "in veste di mano sulla spalla" è giunto provvidenzialmente da un sito sporcaccione e confesso che a volte la mano la preferirei da un'altra parte piuttosto che sulla spalla: anche quella è una consolazione scientificamente accertata, dunque perchè no! Ma dato che sono contro la violenza sugli animali, un modo come un altro per dire che non ho voglia di stirare il collo alla gallina, opto per una scelta ecologica ed ambientalista, con buona pace di tutti coloro che leggeranno e potranno misurare e solleticare la portata delle proprie posizioni buoniste: opto per la pagina virtuale, quindi gioite! Un albero sarà risparmiato oggi! Cazzo... realizzo solo adesso di dare un contributo fondamentale al mondo. Beh! Questo influisce positivamente sulla mia autostima e lenisce il mio grande complesso di inferiorità devo ammettere. Poichè in fondo – sferzanti cavalcate di basso in sottofondo acuiscono e assecondano le stilettate verbali che seguiranno o la diarrea verbale di cui sentirete il tanfo, ed ammetto che anche per questa ragione ho optato per la scelta virtuale: uno scritto cartaceo sarebbe andato incontro ad altri fini abbastanza ovvi – è questo che cerchiamo più o meno tutti credo. Il senso di appartenenza a qualcosa di nobile, ad una grande causa ci regala la sensazione di esserci elevati su un piedistallo dal quale ci ergiamo tronfi delle nostre virtù per poi poter vomitare giudizi su chiunque non si preoccupi di mostrarle o non le possieda affatto. AH AH AH AH. Scommetto che molti di voi leggendo questo staranno riplasmando la propria opinione per non cadere in errore e mostrare a sè stessi di stare dalla giusta parte. Rendiatevi conto che così facendo, ripeterete il medesimo errore di cui ho parlato poc'anzi. Liberatevi delle altrui posizioni, schieramenti, fazioni, idee, mode, tendenze, espressioni e ragionamenti (sprezzantemente) politicamente corretti: non vi rispecchiano, abbiate il coraggio di essere politicamente scorretti, di essere volgari, nasciamo tutti (o quasi) tra le fila del volgo, nonostante si debbano allentare le redini della carrozza guidata dalla mentalità popolare per giungere a più mature e ampie prospettive di pensiero – il cavallo vincente si vede dalla lunga cors... ooops ho utilizzato un detto popolare, che mancanza di elasticità possiedo talvolta - quel legame non può essere reciso, liberatevi dei concetti radicati come alberi secolari nel fertile terreno della vostra mente acquitrinosa – wow ho utilizzato un'espressione ossimorica, dunque vi sono superiore per proprietà di linguaggio tanto per cominciare... autostima in calo, perdonatemi. Siamo ossimori viventi, non affannatevi a cercare e ostentare coerenza, la coerenza esiste ma va mantenuta solo ed esclusivamente per ciò che è davvero importante, si mantiene invece una coerenza formale a tutti i costi – sì avete capito bene, ho utilizzato il verbo impersonale per alludere a voi, può servirvi da esercizio utile a vincere l'analfabetismo funzionale che tanto ci stritola – perchè viviamo nell'epoca dei "sani" principi: coerenza sempre e comunque, linguaggio forbito sempre e comunque mannaggia la troia – scusate, il mio retaggio mi tradisce talvolta – sentimenti e sensazioni vissuti in maniera irreale, pre-costruita... e manco ce ne rendiamo conto! Anche il modo in cui il sottoscritto scrive adesso altro non è che qualcosa di già formulato da altri e che costituisce gran parte della scrittura di molti. Il linguaggio ci costituisce, ci forma, lessi da qualche parte che l'essere umano è "homo loquens", il linguaggio da noi stesso creato, nella misura in cui lo sfruttiamo, determina le circostanze del mondo in cui viviamo: relazioni interpersonali, schemi di pensiero, rituali quotidiani e quant'altro. Tentiamo sempre pertanto, ed ironia a parte, di violare gli schemi del linguaggio, sempre dietro previa conoscenza di questo ovviamente, di forzarne i limiti ed esplorarne le potenzialità; Liberiamoci del concetto di libertà, che tante volte esprimiamo verbalmente, senza nemmeno saperne esprimere la natura, la portata, e solo così potremo essere concettualmente liberi. La libertà passa dal linguaggio, capite? Linguaggio la passa libertà dal!



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Scrittura creativa scritta il 21/10/2017 - 20:45
Da Flaviano Birritteri
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