RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

I doni della befana


Era nata da poco, con due occhi vispi e l'argento addosso. Era la mia seconda femminuccia e non dormiva mai. Certo, forse risentiva del mio umore e della mia preoccupazione... Avevo già altri tre figli, una femmina e due maschi. La mia quarta bimba nacque in un periodo sbagliato, un periodo in cui la mia famiglia "dalle stelle era finita alle stalle", come dice un detto. Dopo i primi tre figli io e mio marito avevamo deciso di non volerne altri, poiché gli impegni erano tanti e non avevamo la possibilità di dedicare un po' di tempo a noi due. Avevo dunque regalato la carrozzina, il passeggino, il seggiolone ed il corredino a persone che ne avevano bisogno. Avevo tenuto solo la culla, ormai malandata e che aveva subito riparazioni ogniqualvolta un nuovo bimbo l'aveva occupata.
Inspiegabilmente bussò alla porta del cuore la mia ultima bimba... ed io volli aprire quella porta.
Le nostre condizioni economiche erano pessime, perché c'era un fallimento in corso ed avevamo perso ... (continua)

Teresa Peluso 08/01/2019 - 05:41
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I due settatari


Alla fine degli anni Duemila, dal momento che non utilizzavo l'automobile, mi muovevo tantissimo a piedi in diverse zone della mia città. In termini di salute ci guadagnavo, in quanto mi tenevo in forma, sia a livello fisico che mentale. C'erano però dei contro. Ad esempio, imbattermi in certe persone non gradite, tra cui odiosi ex compagni di scuola, conoscenti perditempo, zingare con la manaccia tesa a mendicare e i seguaci di una comunità sedicente cristiana che giravano sempre in coppia. Riguardo a quest'ultima cerchia, li identificavo all'istante in base all'abbigliamento. Inoltre, mi saltavano all'occhio le Bibbie alterate, nonché le numerose copie delle riviste religiose che si portavano dietro. 
Un giorno, mentre mi stavo recando al supermercato, due di essi si piazzarono davanti a me. Non potei sottrarmi.
«Scusi il disturbo, le ruberemo solo qualche minuto.»
«Siete...?»
«Sì!» esclamarono in coro Cip e Ciop.
«Vi avverto che sono satanista protestante!» puntualizzai tra il ... (continua)

Giuseppe Scilipoti 09/04/2020 - 14:03
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I fiorellini del mio giardino


Uno dei momenti più esaltanti della mia vita, è stato senza dubbio la nascita dei miei nipoti.
Tre situazioni diverse, tre esperienze diverse, tre gioie perfettamente uguali.
C H I A R A

Quando nacque Chiara, la mia prima nipotina, eravamo in quattro a fissare la porta dell’ascensore dalla quale sarebbe uscita l’infermiera che avrebbe trasportato la neonata dalla sala parto al nido. L’ansia era feroce e quando finalmente l’ascensore si fermò ed apparve l’infermiera con una specie di teca in cui c’era la bambina, ci passò davanti senza fermarsi neppure per un attimo per farcela guardare…e noi a correrle dietro per cercare di vedere almeno quel pezzetto di visino che spuntava da una copertina ospedaliera.
Alla fine della corsa ci fermammo davanti alla vetrata del nido. Finalmente dopo la visita del pediatra, la puericultrice la prese per le caviglie e la immerse in una vaschetta di acciaio per farle il bagnetto. Dopo baci ed abbracci al neo papà, eravamo... (continua)


santa scardino 15/10/2020 - 09:50
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I frollinacci


A poche settimane dalla sua nascita di Elisa, la mia sorellina, avvenuta il 15 settembre del 1995, in puro spirito meridionale, i parenti e gli amici venivano a trovarci a casa nostra. C'era chi portava in dono dei giocattoli, chi dei vestiti e chi delle buste da lettera contenenti una o più banconote.
Erano giorni di festa, nei vari cabaret di paste e di pasticcini posizionati sul tavolo del soggiorno, non potevano mancare un centinaio di confetti rosa. Di tutto quel ben di Dio ne ero ghiotto, così come Cettina, "la mia sorella più media," per dirla alla Nino Frassica, un undicenne e una novenne complici, una sorta di Bonnie & Clyde con quell'intrufolarci di nascosto per arraffare, difatti i nostri genitori ci proibivano di toccare i dolciumi destinati agli ospiti.
A farci visita furono anche una coppia di anziani prozii, Turi e Ada, da sempre bollati i più tirchi del mondo. Quel pomeriggio notammo che zia Ada teneva in mano un sacchetto di plastica di colore giallo c... (continua)

Giuseppe Scilipoti 13/11/2020 - 14:48
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I giorni disordinati


Non so gli altri, ma io, ogni tanto, ho dei giorni disordinati.
Di quelli, dove hai tanto da fare e non sai da che parte cominciare. Giorni, dove non ne va bene una e hai voglia di urlare, mollare tutto, e metterti lì seduta, a pensare. Giorni, dove interloquisci con te stessa, perché non hai da mettere in ordine solo fuori, ma soprattutto dentro la testa, e tutto il resto lavare i piatti, rifare i letti, spolverare, caricare la Lavatrice, possono anche andare al diavolo.
Uno sciopero corporale, dove faresti a meno anche di mangiare: se lo stomaco prepotente sindacalista non si rifiutasse di collaborare.
Allora eccoti lì, che per forza maggiore, ti alzi da quella sedia con l’intento di scrollarti di dosso un po’ di torpore e svogliatamente riprendi ad armeggiare, un po’ qui, un po’ là.
In cucina … un sugo veloce: giusto una pastasciutta, perché la ciurma non si accorga del tuo stato d’animo. “ Non hai certo voglia di rispondere alle loro insistenti domande.” Non puoi! Perché anche... (continua)

Claretta Frau 08/09/2013 - 17:43
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I maglioni


Quando avevo nove anni, ricordo che il giorno di Natale, a pranzo dagli zii nella casa di campagna, mia nonna materna, anziché comprarmi un paio di scarpe come di solito faceva ogni anno, mi regalò quattro orrendi maglioni di diverso colore. Esternai la delusione in maniera evidente, ripiegando quindi con ruffianeria sui miei nonni paterni, anch'essi invitati, dal momento che mi riempirono di giocattoli e di dolci.
Sia mia nonna materna che mia madre rimasero costernate, ma mi chiesero comunque di indossare a uno a uno quei capi. Sbuffando, fui costretto ad accontentarle. Ne avevo le palline piene tant'è vero che proposi con insolenza di rifilarli a uno dei miei cuginetti presenti.
«Guarda che ti stanno meraviglia!» disse mia madre, lanciandomi un'occhiata seccata.
«Macchè, sono 'na merda!» esclamai, senza il minimo di tatto.
Mio padre, non sopportando quello show, si alzò di scatto dalla sedia per mollarmi un ceffone. Si creò un'atmosfera di disagio, interrotta da mia zia che, co... (continua)

Giuseppe Scilipoti 09/05/2019 - 08:52
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I MIEI FAVOLOSI ANNI 80


I MIEI FAVOLOSI ANNI 80


Nel periodo storico in cui le sorti del mondo venivano decise dal presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan, e in Russia il segretario del Partito comunista, Michail Gorbaciov, inaugurava la “perestrojka”, il programma rivoluzionario che avrebbe trasformato profondamente l’economia e la società sovietica, io mi apprestavo a vivere quella fase della vita di grandi cambiamenti, caratterizzata da un tale turbinio di sensazioni fisiche e psichiche, che difficilmente si dimentica.
Era l’inizio degli anni 80. Da adolescente, timida ed impacciata, mi affacciavo al mondo con una voglia inesauribile di vivere emozioni e nell’epoca dell’apparire e dell’affermazione di sé ad ogni costo, desideravo allo stesso modo “essere vista” e trovare un posticino da qualche parte, che non fosse la famiglia, la scuola o la parrocchia, luoghi frequentati da sempre, che iniziavano a starmi stretti.
Nei pomeriggi dopo scuola, dalla mia terrazza all'ultimo piano di un condominio a... (continua)


PAOLA SALZANO 04/12/2017 - 10:16
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i miei ricordi


Caro diario,
ieri pomeriggio ero a casa e mentre sfogliavo il libro di musica per cercare una melodia da suonare, ho visto la canzone “ I migliori anni della nostra vita”. In quel momento, sono apparsi nella mia mente tutti quei momenti indimenticabili vissuti a scuola. In particolare, vorrei raccontarti l' ultimo giorno nella scuola elementare, quando ero in quinta. Quel giorno fu per un certo verso, un po' malinconico, perché purtroppo quei cinque anni meravigliosi erano finiti e dovevamo lasciare le maestre e anche alcuni compagni. Dall'altra parte però, ero felice ed emozionata perché dopo qualche mese avrei raggiunto una tappa più difficile: le scuole medie. Ricordo quando feci, insieme ai miei compagni, la recita di fine anno; tutte le risate, i momenti più gioiosi che passavo con loro. Le nostre maestre ci aiutavano a superare i problemi e a accettare la vita così com'è. Penso che la vita sia un un cammino lungo e periglioso poiché è ricco di ostacoli. Si, è vero, io adoro Dant... (continua)

claudia montenegro 19/08/2013 - 13:25
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I panni sporchi si lavano in famiglia...


Vi racconto una storia non del tutto educativa ed esemplare, ma si tratta di una storia vera, roba di tanti anni fa.

Dovete sapere che da ragazzino, mio cugino Valerio, aveva sempre dato l'impressione di essere una femminuccia, un po' perché portava i suoi capelli biondi molto lunghi,un po' per la sua esilità allarmante.
Non frequentava molto il gruppo dei miei amici,questo per due semplici motivi; primo perché da bambino era sempre stato molto carino, per questo veniva frequentemente apostrofato al femminile, secondo per la prestigiosa figura di stronzo integrale di suo padre, ovvero mio zio.

Il primo ricordo cosciente che Valerio ebbe di suo padre, perché poi si spezza tutto fino al suo diciottesimo anno di età, è il pergolato di Lillà di una osteria di Monte Mario, la «Trattoria Fiore», uno di quei locali con i tavoli di marmo le tovaglie con i quadratini rossi, per intenderci, la figura di suo padre che parlava con tre o quattro amici.
Non si sa bene perché avesse deciso di... (continua)


m c 08/12/2015 - 03:47
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I ricordi ( A tema Settembre)


Il vino fa buona la tavola.
Basta solo un bicchiere per ritrovare l' aria frizzante e divertente dei ricordi.
Da ragazzina, con un cappellino e una maglietta vecchia, raccoglievo l'uva con il mio amato nonno.
Con attenzione mi teneva la scala, mentre piccoli ragnetti e qualche ragnatela mi toccavano il viso e i capelli lunghi, facendomi fare qualche urlo.
Mio nonno rideva, mentre assaggiava l'uva, mentre io cercavo di non cadere dalla scala. Anche se non era molto alta, mi sarei comunque presa un bel colpetto al sedere.
Avevo quindi parlato con i ragnetti e si erano calmati.
Mio nonno era felice e soddisfatto per aver raccolto tanta uva.
Le nostre mani erano viola e stanche, però avevamo passato insieme una bella giornata di Settembre, tra sorrisi, risate e qualche tremendo ragnetto che ancora oggi è nascosto, pronto a farmi qualche scherzo.... (continua)

Mary L 04/09/2025 - 14:28
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