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Disertori

Qualcuno ha detto che sono polacchi.
Pare che si siano presentati a braccia alzate, disarmati e con una serie di carte sotto braccio.
Quando li ho visti arrivare nelle nostre posizioni, non sapevo chi fossero quelle tre persone che si erano offerte prigioniere.
Secondo il sergente Rocca, che l'avrebbe appreso da un suo amico che ha interrogato i tre, sarebbero degli ufficiali polacchi che si sono arresi alle nostre truppe.
Uno di questi sarebbe addirittura un maggiore dell'esercito austro-ungarico che avrebbe portato con se i piani di un imminente attacco alle nostre linee.
Secondo il suo amico, questi tre avrebbero descritto con dettaglio l'imminente attacco alle nostre posizioni, avrebbero anche detto che gli austriaci si sarebbero spaventati dall'ultimo attacco italiano che ha portato, per loro, una perdita di circa 11 chilometri di territorio, consci del fatto che un altro attacco del genere avrebbe potuto far crollare le difese austriache ciò ha portato i vertici dell'esercito austro-ungarico a chiedere, a malincuore, aiuto ai tedeschi.
Il maggiore, o presunto tale, è un tipo alto, con dei baffetti biondi.
L'ho guardato in viso per un po', cercando di capire cosa poteva aver portato quel giovane, che poteva avere sui trentacinque anni circa, a tradire il proprio esercito.
Il sergente Rocca mi dice che non è il primo disertore che avverte di un imminente attacco, secondo lui, in prossimità di grandi attacchi, molti, per i motivi più vari, lasciano il loro posto e cercano di salvarsi la pelle disertando.
Mi pare un discorso un po' strambo ma, fatto sta che effettivamente, in questi ultimi giorni, le nostre linee hanno visto un aumento di disertori.
Secondo me il nemico è alla fame e molti non ne possono più di questa situazione, la vera ragione è questa.
Sempre secondo Rocca, dietro le nostre linee ci sarebbero delle divisioni di tedeschi venuti a dare manforte agli austriaci.
La prova? Un caccia tedesco abbattuto dai nostri, poco oltre le seconde linee.
Mi pare un po' poco per pensare ad una massiccia presenza tedesca, poi un altro camerata mi dice che il maggiore, o presunto tale, che si è arreso ha parlato di tedeschi con divise austriache per non destare sospetti da parte del nostro servizio di spionaggio.
Gli chiedo se veramente, secondo lui, ci sarà un attacco a breve, e lui mi dice che dai documenti dei disertori e dalla loro viva testimonianza è possibile, anzi quasi certo, che l'attacco sarà entro fine mese.
Il nostro comandante ha detto che non dovremmo preoccuparci, “Che vengano” l'avrebbero sentito dire.
Personalmente non sarei così tranquillo.
Dopo le ultime battaglie, molti dei rimpiazzi sono dei giovanissimi, compresi alcuni degli ufficiali, con poca esperienza.
Questa mattina si è presentato davanti alle nostre linee un altro disertore, è un rumeno.
La notizia passa di bocca in bocca, pare che prima di essere preso in carico dai nostri, dalle linee austriache siano partite diverse scariche di fucileria per cercare di abbattere l'infame, ma questi, lesto come una lepre, è riuscito a schivare quasi tutti i colpi, tranne uno che l'ha beccato al polpaccio sinistro.
Questo tipo, che non ho visto, a differenza dei polacchi, ha ribadito che i tedeschi sono prossimi a sferrare un forte attacco contro le nostre linee.
Pare che i nostri capi militari non prendano veramente sul serio tutti questi avvertimenti di imminenti attacchi.
L'unica cosa che, nel nostro reggimento, viene fatta è che vengono riparate le linee telefoniche che da un pezzo versavano in pessime condizioni, per il resto nulla pare essere cambiato.
Verso le due del mattino si sente uno strano borbottio, poi iniziano gli scoppi.
L'attacco annunciato dai disertori ha inizio.



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Racconto scritto il 25/02/2018 - 21:02
Da Massimiliano Casula
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