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Regalami un cerchio fatto con un gambo di soffione

Il piccolo principe non è solo un racconto di Antoine de Saint-Exupéry, o il figlio di qualche mese di mia sorella che ho visto solo una volta prima del COVID.
Ho sempre pensato ci fosse qualcosa di triste dentro la poesia. Prima che imparassi a scrivere e diventassi un uomo, prima che tutto questo avesse inizio i tormenti li potevo soffiare via come i fiori di soffione. Come quando credevo che, sussurrandogli un desiderio, una volta liberato quel maledetto sarebbe volato via a realizzarlo.
A te che ti chiedi e non comprendi, o forse sì, perché tutta questa sofferenza dentro l’anima… rispondo che solo, forse, non sono ancora pronto a essere felice. Come quel qualcosa di triste che sta dietro ai soffioni. Fino a quando decidono loro di volare.
Ho iniziato a scrivere questo testo di getto dopo aver letto lo haiku pubblicato ieri da Antonio.
17 maggio 2020, oggi la mia esistenza è un fiore che fa una vita un po’ meno triste. Sono cresciuto come un soffione nelle crepe delle strade, senza avere la terra buona ma ho imparato a venire calpestato e tornare eretto. Non da solo, certo, con l’aiuto di qualche elfo e fata. Così adesso a giorni alterni splendo come un maledetto, perché questa è la mia risposta: fiorire nonostante tutto.


Mi piace pensare che questo poeta
possa cadere in errore, anzi debba
nel raccontare della sua maledizione.
Indosserò la poesia e starò
ad ascoltare il servomuto,
all’ovattarsi d’un soffio ballerò sulle
parole in volo da una bocca di leone.


Intanto tienimi un po’ lì con te, nelle conche rotte del tuo giardino.





Mirko D. Mastro




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Racconto scritto il 30/05/2020 - 17:02
Da Mirko D. Mastro
Letta n.890 volte.
Voto:
su 6 votanti


Commenti


Mi piace molto questo modo di parlare con il tuo alterego indagatore. Complimenti davvero. Ciao

santa scardino 31/05/2020 - 22:07

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Racconto molto bello scritto con immagini poetiche!Bravo

barbara tascone 31/05/2020 - 15:54

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Tu Mirko non scrivi con la penna, scrivi con l'anima e non possono che uscire meravigliose immagini.

Antonio Girardi 31/05/2020 - 14:29

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Sempre pensato, almeno per me è così: la poesia dentro di sé ha sempre qualcosa di triste. Se sto bene e vivo in pienezza mi vengono racconti, nei momenti di tristezza allora può anche farmi visita l'ispirazione per una poesia. Più gli anni passano e più il divario tra racconti( molti) e poesie( poche) si assottiglia. ciao.

Giacomo C. Collins 31/05/2020 - 13:23

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Difficile per me commentare questo racconto... ho letto con riverenza, cautamente con timore per non invadere un'anima che parla del suo colore! Complimenti Mirko

Margherita Pisano 31/05/2020 - 09:43

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Dire magnifico racconto scaturito di getto dall'anima è dire poco, trovo il soffione come l'ultimo respiro di un fiore che non aspetta altro che l'aiutante vento gli faccia dono di una spinta per andare lontano e germogliando di nuovo scoprire nuovi lidi per riprendere a sorridere al mondo nel bellissimo giallo del suo fiore.

Maria Luisa Bandiera 31/05/2020 - 09:14

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La poesia spesso nasce da una qualche delusione, è l’esplosione di uno stato d’animo, può essere una lacrima oppure un sorriso. Mi piace molto il paragone coi semi del soffione dove i tormenti si possono scacciare con un soffio. Buona domenica Mirko

mare blu 31/05/2020 - 06:20

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I poeti hanno un piccolo dolore, lo donano agli altri così come fai tu, con la bellezza dei tuoi versi!
(hai un filone straordinario!)

Grazia Giuliani 31/05/2020 - 00:05

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MIRKO...Le poesie più belle sono quelle scritte con le ginocchia sulle pietre, così diceva Alda Merini...la sofferenza è insita nel poeta. Un bel racconto. Notte

mirella narducci 30/05/2020 - 23:27

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Ci vuole coraggio per essere felici, bisogna diventare liberi e incoscienti. Comunque è vero la poesia ha in se’ qualcosa di triste e molti poeti sono accompagnati dal “mal di vivere”. Mirko è sempre bello dialogare con te.

Anna Maria Foglia 30/05/2020 - 21:29

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