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IL QUADERNO DI CORA (II estratto)

Frigo è tornato prima che Bianca tornasse.
È tornato a casa. Solamente a casa.
Ho raccontato tutto.
Le mie orecchie lo hanno sentito piangere sotto la doccia. Solamente le mie orecchie.
Troppo terrorizzata dalla diversità della mia stella. Solo mia. Tutta mia l’imperfezione. Non pensavo che per lei tutto potesse mai essere normale.
Allora forse le diversità non esistono. Albergano nei nostri pensieri che ci convincono della loro esistenza visibile.
Cosa vuol dire essere diverso? Quanta diversità occorre per apparire diversi?
Il diverso è buono. Spesso è buono. Ma la diversità di Bianca non riuscivo proprio a sopportarla.
La temevo. Da grande l’avrebbe forse messa all'angolo; avrebbe potuto paralizzarne alcune ambizioni; essere ragione di attenzioni sbagliate o canzonatorie.
Allora dovevo proteggere mia figlia dalla diversità. Il mio lavoro è finito. La casa sarà il mio nuovo lavoro affinché essa possa essere il luogo che mi fa vigilare su Bianca.
Ad occhi aperti dovrò vivere. In realtà gli occhi si riveleranno chiusi: dalla paura della diversità che forse poi non esiste, dalla protezione, dalle attenzioni a senso unico che ci allontanano da noi stessi e mi distanziano e distanzieranno sempre più da Frigo.


Ora Bianca sta bene; l’intervento è riuscito. Piange durante le medicazioni. Ma il pianto è diverso. Anche il pianto è diverso. Ora è meno doloroso, meno lacerante. È un pianto di paura fastidio timidezza.
Anche io piango ancora. Ma il mio pianto non è diverso. È un pianto che non può ricomprendere il male, il colpo feroce che ha scelto una bambina innocente come preda, che ha voluto segnarla per sempre e farle vedere la vita da un occhio solo. A metà. Il mio pianto non mi da pace e non è timido. È arrabbiato, deluso dalla vita. Fede tradita. Speranza evaporata. Dov'era Dio quando la vita non stava sorridendo sulla mia piccola che urlava avvelenata dal dolore all'occhio fino a quando le sue guance non diventavano di un colore verde acido e blu; rossa di male mentre la bava piena di rabbia e paura le usciva dalla sua piccola bocca?
Una bimba diversa. Che è nata il primo marzo e il diciannove marzo ha iniziato a capire che esiste anche il male.




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Racconto scritto il 17/06/2020 - 00:28
Da Andrea Paolo Lunardi
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