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Livorno, 19.08.50

Ecco, eravamo arrivati alla fine, l'avevo accompagnata io per il suo ultimo viaggio.
Eravamo stati insieme per una decina di anni, tutti i momenti liberi li avevo condivisi con lei, piccolina ma ben fatta. E soprattutto tosta. Non le faceva paura niente.
Le estati di quegli anni erano passate ancora meglio degli inverni: l'estate era la sua stagione, sempre al mare, scogli o rena. L'importante era andare da qualche parte.
Poi, sempre più, “i piccoli malanni, sempre più numerosi più dolorosi col passar degli anni”, a minarne il fisico.
Non mi rimase, dopo quell'ultimo momento, che una foto, insieme a degli amici, ed un breve filmato, dove si vedeva andare via e poi... solo il libretto di circolazione.
La mia cinquecento.



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Racconto scritto il 07/12/2020 - 08:35
Da Glauco Ballantini
Letta n.935 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Faccio errata corrige. Mi sono distratto un attimo dalla lettura perchè ho ricevuto una telefonata. Riprendendo la lettura ho saltato:
--- Non mi rimase, dopo quell'ultimo momento, che una foto, insieme a degli amici, ed un breve filmato, dove si vedeva andare via e poi... solo il libretto di circolazione. ---
Cribbio, proprio la chicca a sorpresa.
Allora non si tratta di un addio ma di un prosieguo. Grazie a Dio e grazie a Fiat
Scusami per la disamina precedente per metà errata.

Giuseppe Scilipoti 18/12/2020 - 11:18

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Che altro dire? Una sentita dedica, "percorri" con "trasporto" attraverso un equa e funzionale scrittura.
Bravo, hai "ingranato" alla grande.


Giuseppe Scilipoti 18/12/2020 - 11:11

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Nel testo nonostante risulta molto breve, si percepisce di come l'addio ti ha fatto salire il cuore in gola, per di più come una polaroid sei andato ritroso nel tempo ricordando/rievocando.
Immagino te di quando la comprasti, probabilmente in un concessionario ritenendola la più bella di tutte e lei ha preso "vita", magari pensando di essere una Cenerentola fino a poco prima incompresa.
Poi si sa la "vecchiaia" prima o poi si fa sentire, si comincia sempre da "colpi" di "tosse" e poi...
(segue)

Giuseppe Scilipoti 18/12/2020 - 11:09

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Ciao Glaluco, hai scritto una bella dedica rivolta alla affezionatissima automobile che di nome e... di numero fa 500.
Gli addii fanno male, ci si affeziona ad una automobile come se fosse una persona.
Si dice "Donne e motori son gioie e dolori." Proverbio perfetto, la macchina sapeva tutto di te e tu tutto di lei.
Provo ad immaginare, certamente ti è impossibile dimenticarla certe emozioni e ricordi, insomma una auto legata al proprio vissuto, non la si dimentica.
(segue)

Giuseppe Scilipoti 18/12/2020 - 11:07

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P.S. Il titolo è il numero della targa.

Glauco Ballantini 09/12/2020 - 08:14

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Grandioso, mi hai fatto prima preoccupare...poi ridere

Mirko D. Mastro(Poeta) 07/12/2020 - 15:07

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