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UNA NOTTE MAGICA

Il sole, si apprestava a tramontare
forse più velocemente del solito
dietro i monti di Giuda nella terra di
Betlemme s'annunciava
un evento a dir poco straordinario
tanto che l’aria stessa palpitava
per la lunga attesa.
Quella sera non era una sera qualunque,
quella sera era una sera straordinaria
la sera che Mentre prometteva la più grande sorpresa
di tutti i tempi.
Mentre il giorno lasciava posto alla notte
e questa si vestiva di nero,
una quieta surreale avvolgeva le vie di Betlemme,
in cielo come un cavaliere errante
passeggiava una stella dalla lunga coda
fulgida e splendente
mentre solo il rumore del silenzio
per le vie si riusciva a sentire
angoli e scorci illuminati da fioca luce
di candela e lumi,
mentre la lunga e strana stella
come lampo illuminava quel prescelto luogo.
Tutti sapevano di un magico evento
tutti sapevano che quella sera, quella notte
sarebbe accaduto un evento
che avrebbe cambiato il mondo intero
e per sempre.
Le osterie quella sera
erano piene di forestieri,
di dotti e cavalieri
ognuno voleva essere li,
ognuno era ansioso di assistere al magico evento.
Fu così che al calar di quella sera
quando il giorno si scolora
ecco arrivare un uomo avanti negli agli anni
tirare a se e con amorevole perizia il suo asinello,
in groppa una fanciulla
in avanzato stato interessante.
Con incedere lento
per la stanchezza del lungo viaggio
arrivano nella città magica
in cerca di un posto per riposare,
ed ecco, bussano alla porta dell’osteria
del Caval Grigio, all’oste chiedono
un posto per riposare, ma la risposta è questa,
è notte ci son troppi forestieri;
le stanze sono tutte piene;
in quello stesso istante una campana
scoccava lentamente le sette.


Al vecchio (Giuseppe) e alla giovane donna (Maria)
sempre in groppa all’asinello non restava che
andare verso un’altra osteria, così
giungono all’osteria del Moro
anche qui dopo aver elemosinato
un posto per riposare
la risposta è sempre la stessa.
La campana scoccava lentamente le otto


Lasciata l’osteria del Moro tentano invano
a quella del Cervo Bianco,
anche qui tutto era già occupato
d'astronomi e da dotti;
in quel preciso momento
La medesima campana scocca lentamente le nove.


Ma Giuseppe, Maria e l’asinello continuano
ad elemosinare un posto per riposare
Maria è sempre più stanca sente
che il momento è quasi giunto
arrivano all’osteria dei Tre Merli,
e Maria con dolcezza infinita chiede:
pietà d'una sorella!
Pensate in quale stato e quanta strada feci! Ecc…
Ma la risposta è sempre la stessa,
tutto pieno di negromanti, magi persiani, egizi…
La campana scocca lentamente le dieci.


L’ultimo tentativo presso l’osteria di Cesarea
ma anche qui la risposta è sempre la medesima
La campana scocca lentamente le undici.


Dopo aver girovagato per tutte le osterie
e mentre la neve cadeva a fiocchi
e la notte lentamente cambiava vestito
coprendosi di un bel manto bianco
videro una stalla, decisero di entrare,
finalmente un rifugio
il posto giusto per riposare,
alla mangiatoia un bue ed un asinello,
Maria già trascolora, divinamente affranta...
si distende sul letto di paglia il dolore è tanto
urla si torce, si contorce come tutte le mamme
suda, trasuda, spinge, trattiene il fiato,
ancora un urlo si rilassa,
il vagito di un bimbo appena nato si sente
libero dalla culla del grembo materno,
Maria dolcemente si rilassa sul giaciglio di paglia
il dolore camaleonticamente si tramuta in gioia
è nato, è nato colui che cambierà il mondo.
La campana scocca La Mezzanotte Santa.


Il cavaliere errante la stella della lunga coda
ecco posarsi sulla parte più alta della stalla,
la notte, che fu gia sì buia,
adesso risplende d'un astro divino.
Come di incanto iniziano a sentirsi il suono
di pifferi ed arie di cornamuse
le campane di ogni dove suonano a festa
pastori, massaie, genti vicine e lontane,
corrono verso quel luogo
verso quella umile e dolce stalla.
Tutti vedon la cometa, fulgida e splendente !
essa indica la via,
il sentiero che ognuno deve seguire.
lungo la valle nuda la carovana
dei magi d'Oriente avanza,
sono tre, sono i Maggi che tesori portano
su cavalli bardati d'argento e oro.
Il gelo è pungente
ma il pastore con l’agnello sotto il braccio va
dove la stella addita
non importa se fa freddo,
non importa se notte fonda,
non importa se non conosce la via
lui la stella segue,
la via che verso Dio porta,
la via che ognuno di noi dovrebbe seguire.




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Racconto scritto il 28/12/2021 - 21:09
Da franco dima
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