avvista della terra il suolo
e riprende la discesa con vigore:
nelle vicinanze addrizza il volo
e usando la marcia inferiore
si gode il panorama, tutto solo
puntando sull'isola maggiore:
e mentre plana sul molo
ammira la città con grande amore
iniziando a svolgere il suo ruolo.
Gira nei dintorni e tutt'a un tratto
vede il cortile gremito, di una scuola
e a volo basso, vicino s'è adagiato:
ai vispi ragazzi, dice una frase sola
“cosa farai da grande nel creato”?
molti non han sentito una parola
ma lo stopper, che è rimasto attratto
fa un giro di scatto sulla suola
e blocca il pallone esterrefatto
sentendosi chiudere la gola.
Dura soltanto un attimo il clamore
per quella brevissima invasione
e si riprende a calciare con furore:
si chiedon, chi fosse quel burlone
che interruppe la partita del cuore
poi, ricomincia l'ora di lezione.
Questo era l'intento del Signore
sobillare i ragazzi all'avvenire
e il compito fu svolto con rigore:
i cherubini son pronti a ripartire
e preparan l'ascesa con fervore
che nell'avvio fanno sentire
lo sbatter d'ali con fragore
come se dovessero fuggire.
Cabra beatamente e sta a gioire
Dio, su lidi ameni, avvolti nel tepore
e men su siti che fanno inorridire:
intanto sente un poco di languore
e da Rinaldo, il pranzo fa servire:
assaggia di tutto, per acquistar vigore
poi accarezza i baffi, prima di svanire
lasciando i vigilantes nel torpore
dopo il grappino, per meglio digerire
e degustar l'impareggiabile sapore.
Il suo lavoro non è stato vano
perché lo stopper ammenta la chiamata
e mentre si rilassa, seduto sul divano
pondera, e fa una tesi accurata
e carezzando il mento con la mano
risponde a quella voce vellutata:
“cosa farò da grande”? dice piano
e lo ripete, in modo assai pacato.
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