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LA COLLINA DAI FRAMMENTI DI VOCI SEPOLTE

<Erano giorni d'amore e di passioni in continua mutazione
Di una lunga estate mai del tutto sopita alla memoria>



Al cedimento della notte
Lei scosse le nuvole 
Alla ricerca d'un pianto che non le appartenesse
Frapponendosi tra gli ingorghi della parola
E il flusso continuo dei suoi silenzi


La vidi trafitta dai pulviscoli proiettati
Oltre l'interstizio di due mani arrendevoli 
Nella soffitta sottratta ai colori
Quando il sole s'appese alto al cielo
E i sogni cominciarono a liquefarsi 
Allo schiudersi dei suoi occhi purpurei
E riverberati dalle ali d'angelo d'un distinto ricordo.


Pensai a quei capelli lunghi e ramati
Infrangersi come timide onde
Sugli scogli sospesi d'un respiro 
E agli sbaffi di rossetto 
Rendere ancor bambina la bocca impaziente
Nei baci e nella pioggia sedotta
Dal compenetrarsi delle nubi al loro ingrigire 
Nell'ultima interpretazione d'estate.



<Quando il tutto è fin troppo acerbo,l'abbandono si staglia
Nella stagione degli aspri raccolti fino allo scheletro del paesaggio invernale>



Nel fondo cinereo d'un pozzo cinto d'edera rossa
Ci si specchiarono le fronde d'autunno
E il basso volgere di una rosa
Scivolata via al divergere delle dita capovolte 
Fermandomi solamente per alcuni istanti
Ad ascoltare il rito solenne delle foglie cadute.


Il giorno non fece altro che rincorrere il tramonto
Quand'ecco che brulicante d'olivi 
l'inerpica collina s'adoperò a saldarsi alla pianura 
Con la policromia di stanchi raccordi 
La dove il mio scrutare assieme fuggiva
All'urgente volo delle esigue farfalle 
Lungo gli estesi vigneti retti dagli olmi in catene


La sera giunse quasi di soppiatto 
Mentre il cappello a cilindro portò sull'infossatura grulla 
Gli umori del vento e la fragranza del mosto d'uva
Sotto gli antichi portici barocchi
E le solitarie ombre 
Schiacciate contro le colonne di luce della tonda luna 
Divennero poi foriere di un triste inverno 
Unico sopravvissuto ai mille volti d'un'emozione.



(lirica dedicata a chi usufruisce dell'abbandono come mezzo di difesa e lo ritiene una scorciatoia per salvaguardare solo le proprie egoistiche certezze)




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Racconto scritto il 08/11/2016 - 14:26
Da Mirko Faes
Letta n.618 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Grazie antonio e grazie margherita.Il mio umile intento è quello proprio di offrire più chiavi di lettura.Per raggiungere tale scopo a volte impiego qualche mese per comporre.Poi dipende dall'ispirazione se è fugace o trascinata nel tempo

Mirko Faes 08/11/2016 - 22:47

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E' bellissima questa lirica...vorrei leggerla ancora e lo farò...credo che abbia qualcosa di nuovo da comunicare ogni volta...già ora per due volte mi ha comunicato varie cose...Bravissimo sempre Mirko e bentornato 5*

margherita pisano 08/11/2016 - 22:21

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E la tua ispirazione ti ha fato scrivere una bellissima poesia.bravo.

antonio girardi 08/11/2016 - 20:56

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Grazie laisa e Giuseppe per i vostri commenti

Mirko Faes 08/11/2016 - 20:54

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È bellissima Mirko
È poesia vera

laisa azzurra 08/11/2016 - 20:42

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Ben detto e giusto Mirko, o corta o lunga , il talento a mio modesto avviso c'è. 5* e un saluto.

Giuseppe fortunato 08/11/2016 - 17:32

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Cari lettori questa lunga poesia ho provato ad inserirla nella categoria più appropriata ma i caratteri superavano il limite consentito e quindi....ho scelto la categoria dei racconti..Scusate se sono troppo logorroico in tema di poesia...ma io guardo in faccia solo la mia ispirazione

Mirko Faes 08/11/2016 - 14:51

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