Il re, la regina e il pappagallo
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Erika, la bellissima principessa di Norvega, a ventitré anni compiuti divenne regina poiché andò in sposa a Zeno, il re guerriero di Itala, vedovo da tempo. Egli era un tipo spietato e temuto, forte come un roccia, virile come un toro e geloso nei confronti della regale consorte.
Un giorno, per motivi espansionistici, Itala dichiarò guerra a Lybian. Il sovrano, nell'organizzarsi con armi e bagagli, incaricò un servitore, di nome Alessandro, di reperire una contenzione fisica per la regina al fine di coprirle dal basso il di dietro e il davanti. In proposito, si vociferava che durante le precedenti trasferte del marito, costei, eludendo la sorveglianza di alcuni fedeli emissari, si fosse concessa con un domestico, con un valletto e con una guardia. In mancanza di prove inconfutabili, per ragioni di sicurezza, bisognava correre... ai ripari, tenendo anche in conto il grande appetito sessuale della suddetta.
«La vedi questa?» disse il re alla regina in procinto di partire, ondeggiando tra le mani una cintura di castità. «Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave.»
«Come farò senza di te?» piagnucolò la monarca nel mentre le veniva applicato quell'apparecchio di ferro munito di serratura.
«Mi aspetterai. Comunque, nella sala del trono, ti terrà compagnia Pollon, un pappagallo che proprio stamattina mi ha regalato il principe di Roccamaldina.»
Entrambi non sapevano che quel volatile assai carino, pur essendo poco loquace, aveva il dono dell'intelligenza intuitiva.
Il regnante, abbracciò la regnatrice e, a passo marziale, si avviò sul piazzale dove vi erano i soldati pronti a dirigersi in territorio nemico.
Undici mesi dopo, riuscirono nell'impresa estenuante di soggiogare il regno lybiano per poi rimettersi in marcia per ritornare al castello. Il primo pensiero di Zeno fu per Erika, del resto ne aveva le palle piene. In tutti i sensi.
A corte, appena si ritrovò dinanzi alla sovrana, ebbe un'amara sorpresa: era incinta.
«Porca puttana! Ma com'è possibile?» ruggì Zeno al punto che tremarono persino le armature allineate alle pareti.
«E che ne so io! Forse è opera del diavolo!» si giustificò Erika con un'espressione dall'apparenza innocente.
Alla destra del seggio cerimoniale, il pappagallo, dal trespolo placcato in oro, cominciò a sbattere le ali e a garrire, sembrava che volesse attirare l'attenzione.
«Sire, il vostro pennuto colorato desidera cantare!» osservò Rino, il giullare, in tono sardonico.
In quegli attimi di silenzio tombale, i presenti si focalizzarono su Pollon prendendo dal suo becco.
«Il giovane Palissandro, il fabbro di Alessandro, non è stato né attento, né scaltro!»
In men che non si dica, il re preso dalla collera, distrusse una moltitudine di oggetti che gli capitarono a tiro, tra cui quadri e suppellettili del vasto salone reale. Quel che è peggio è che qualcuno ci lasciò le penne. E quel qualcuno non fu di certo il pappagallo.
Nota dell'autore: la linea di dialogo [Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave] cita il titolo di un film dalle venature erotiche datato 1972.

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Hai presente la celebre espressione [Fate l'amore, non fate la guerra?] Ebbene, re Zeno ha preferito il contrario, quindi... ben gli sta. Certo che però le corna con la corona in testa gli danno ulteriore fastidio, non credi?



Comunque, dopo questa vicenda, il re ha cambiato fabbro per davvero. Il finale è tutto dire.

Super simpatico il tuo commento.





Re Zeno doveva tirare fuori prima le palle per combattere e tornare a casa


















Rispondendo alla tua domanda, beh può essere ahahahaha!!! comunque, alla fine degli anni novanta e agli inizi del 2000 (nei miei verdissimi anni, insomma) ero un appassionato di film decameronici da bollino rosso, che facevano su Rete 4 in tarda serata. Penso che li ricordi, no? Il mio racconto su "qualcosa" li omaggia...








Se non fosse per il lavoro e i corsi ce sto effettuando (e che mi tengono un po' lontano dal sito) scriverei molte più cose ancora, inoltre come avete avuto modo di constatare, mi piacere provare o cimentarmi su più generi, a differenza del passato che scrivevo assai puntando sull'autobiografico, un genere che comunque resta la mia punta di diamante e che in futuro sfrutterò senz'altro ancora.

Felice che vi ho divertito.











