Il treno correva via veloce, veloce come un treno di quell’epoca poteva correre, si era nel novembre del 1896. Fine secolo ormai poteva dirsi, ma nuovo inizio per Rachele; si era da poco sposata, giusto due giorni prima, là a Valli dei Signori ed ora stava facendo il suo viaggio di nozze. Erano diretti, Rachele e Pietro Giovanni a Mira dal fratello di lui Giuseppe Emilio che si era sposato un paio di anni prima con Luigia, vezzosa e giovane figlia del borghese benestante Giuseppe e di Caterina che discendeva da una nobile famiglia veneziana: i Pisani. Pietro Giovanni non aveva mai preso il treno, mai era sceso dalla sua contrada, se non per andare a qualche fiera assieme al suo futuro suocero che di mestiere faceva il mediatore, nonché commerciante di bestiame. Incollato al finestrino, sgranava gli occhi a vedere come i campi e le case sembravano sfrecciare via. Rachele sorrideva divertita, lei quella tratta l’aveva fatta per quasi dieci anni, era stato infatti nel 1884 che suo padre Antonio l’aveva portata a Venezia, lasciandola colà al servizio di una principessa che ne aveva fatto la sua dama di compagnia e ne aveva affinato l’educazione. Anche là c’era stato l’emozione di salire per la prima volta sul treno, lei giovane bambina che la vita aveva privato della madre. I sedili della terza classe erano in legno e ciò rendeva il viaggio non proprio confortevole; si era portata anche il pranzo perché sarebbero arrivati, Rachele e suo padre, a Venezia nel primo pomeriggio, che poi suo padre sarebbe prontamente ripartito per arrivare ormai a sera inoltrata a casa. Questi erano i ricordi di Rachele ormai cresciuta ed ora sposa. Dopo Mira, contavano di fare una capatina a Venezia, tanti erano i ricordi che legavano Rachele a questa città, che aveva ormai perso i fasti di un tempo. Il suo servizio dalla principessa era stato felice e non era stato facile ritornare a casa, ma la principessa era morta e anche suo padre Antonio era morto e così aveva accettato la corte di Pietro Giovanni, un a dire il vero, semplice boscaiolo che le offriva la sua umile casa, ma anche un sentimento forte e sincero. Ora erano insieme su quel treno, si tenevano le mani e guardavano la distesa del mare davanti a loro immaginando la loro vita insieme. Però il destino aveva in serbo altro e molte lacrime sarebbero state sparse, anche se una giovine vita le avrebbe poi asciugate, quelle lacrime.

Da Ivana Piazza
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Commenti
Emozionalmente, ringrazio! 



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Gran bel racconto, mi è piaciuto molto!!


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