Quannu t’incuntravu
Quannu t'incuntravu parravi cu alligria,
e iju, mutu, filici, ascutava vicinu a tia.
Ti pinzu e la vita mi pari tutta un ciuri;
ora, luntanu, sintu la musica e l’amuri.
Ta... (continua)
Come l’emigrato che dal finestrino
sporge la mano per salutar la sposa,
che con gli occhi in lacrime non osa
piangere alla stregua del bambino;
così anch’io ti miro e ti do l’addio,
paesino mio... (continua)
Mi piaci tanto
nei tardi pomeriggi d'autunno,
mi siedo sulle pietre bianche
e godo a viver
nella limpidezza del tuo lago.
Non c'è nessuno
solo io, te ed il sole che tra... (continua)
L'estremo saluto,
l'ennesimo estremo saluto
di una persona qualsiasi,
magari,
magari un bambino
che giocava con gli amici,
inconsapevole
dell'andare del mondo,
della gente,
con le sue abitud...
(continua)
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La figlia dell'Erebo e della Notte,
lieta e satolla, alle dieci della sera,
alata, le ossa avvolte in veste nera,
sparsa di stelle, non più dirà stanotte
al Son... (continua)