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Calpestando la mia ombra

Posai il cappello
di organza
sul chiodo riverso,
poi piroettando
mi allontanai
in fruscio di vento.
Il tempo per
comprendere finiì
e in ritardo
mi accorsi della
mia ombra
calpestata fatta
a croce, mentre
ondeggiava nel
venirmi dietro.
Ancora voci
sibilanti come spade
mi deridevano
dall'altra sponda.
Il fiume era nero
e i pesci in
superficie chiudevano
gli occhi, loro
fessure inascoltate.
Ebbi sentore di
marcio nella bocca
in un sopruso
mi accasciai.
Sulla fronte
un segno colava,
aprendo un varco
lo sconforto.



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Poesia scritta il 05/05/2024 - 13:04
Da Anna Cenni
Letta n.447 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Grazie mille Francesco.

Anna Cenni 07/05/2024 - 22:10

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Originali versi che nella narrazione di un percorso interiore si susseguono atttraverso immagini suggestivi frutto di grande e spiccata creatività. Ciao

Francesco Scolaro 07/05/2024 - 19:23

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Grazie infinite cara Mary!!

Anna Cenni 06/05/2024 - 13:29

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Bella ed originale, gli occhi dei pesci fessure inascoltate

Mary L 06/05/2024 - 13:21

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Grazie di cuore MariaLuisa e Mirko, i vostri commenti per me son come abbracci.

Anna Cenni 06/05/2024 - 11:41

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Trovo che questa tua sia vera poesia, nel costrutto e nella terminologia scelta.
Tutta la prima parte è talmente intensa e particolare da oscurare quasi la pur bella chiusa, operazione difficilissima e, mio avviso, sintomo della grandezza del testo.
Davvero complimenti

Mirko D. Mastro 06/05/2024 - 07:35

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Sempre molto particolari e originali le tue poesie!

Maria Luisa Bandiera 06/05/2024 - 07:24

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