lontano dal mondo
che mi tiene oppresso,
cercando in profondo,
io voglio trovare
le cose più care.
E mi sforzo invano,
ché possa capire
nel tempo lontano
qual male ebbi a dire
da avere 'sì tanto
sconforto e rimpianto.
Mi manca chi allora
mi dava coraggio;
non ho di luce ora
un minimo raggio
per vincere il male,
ma il buio totale.
"Ognun per se stesso"
è il motto che vige
nel mondo di adesso
per cui non si esige
più quanto ci spetta,
ma ciò che si detta.
Noi fummo fratelli
allora, da schiavi;
or, liberi e belli,
vogliam sol ricavi
da quel che facciamo,
perché non ci amiamo.
Non c'è chi fa bene
se non per profitto,
perché si ritiene
un proprio diritto
venir ricambiato
da chi è aiutato.
Chi cade e non s'alza
è bell'e perduto,
ché non c'è a ch'incalza
portare un aiuto
né dare soccorso,
senz'anche un rimorso.
Quest'è grossa piaga
che mi dà dolore;
ancor più dilaga
e senza pudore;
dà tanto sconforto
che mi sento morto.
E m'ha abbandonato
pur chi mi era amico,
perché non gli ho dato
un ciondolo antico
che mia madre aveva
allor che viveva.
Ed ora son solo,
solo a ricordare
il mio ultimo volo
con chi seppe amare
e far, con conforto,
il cuor mio risorto.
Poesia scritta il 04/09/2014 - 10:12Voto: | su 8 votanti |
Giuseppe Vita
16/08/2017 - 04:44 Lettura gradevole e coinvolgente nella quale ognuno di noi un po' trova se stesso.
Ciao
Aurelio
Aurelio Zucchi
05/09/2014 - 18:26 Poesia molto bella , profonda e condivisa.

Paola Collura
05/09/2014 - 11:22

genoveffa 2 frau
05/09/2014 - 00:23 Romualdo
Romualdo Guida
04/09/2014 - 23:58

Anna Rossi
04/09/2014 - 22:03

Rocco Michele LETTINI
04/09/2014 - 20:15 Coraggio, Giuseppe, li viviamo tutti i momenti bui.
Molto apprezzata, come sempre, la composta eleganza della tua poesia.
Un caro saluto, a rileggerti, Marina
Marina Assanti
04/09/2014 - 19:34
Salvatore Linguanti
04/09/2014 - 19:27 
Vera Lezzi
04/09/2014 - 18:36



