RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 

L’autore del Tomo 7:10


Non furtum facies


cap VII- La siepe rossa

Come ogni giorno verso l’ora di pranzo esco dallo spazio bianco del dorso e, costeggiando la gabbia di testo fino in fondo al margine di taglio, appendo ai risguardi di copertina il domino per il cappuccio, ma dalla parte bianca.

Come ogni giorno verso l’ora di pranzo il ragazzo col nodo alla cravatta allentato esce dal cancello e, costeggiando la siepe rossa fino in fondo alla stradina, raggiunge la cassetta della posta. Di solito si stiracchia prima di aprirla, poi se ci sono dentro bollette sbuffa solo un po’.
Se invece è vuota, sbuffa solo un po’.
E rientra con passo sgraziato, come se avesse un’ala buona e l’altra da cucire.
Oggi ci ha trovato una lettera, e sbuffa giusto quel po’ per darsi sempre lo stesso tono.
Su scritto il suo indirizzo, e a inchiostro rosso Rispedita al mittente.
Rincasa e appende all’attaccapanni il soprabito per il colletto, ma al rovescio.
Esce dall’abito elegante, che quando lo guarda è c... (continua)


Mirko D. Mastro 13/03/2023 - 19:36
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L’autore del Tomo 8:10


Non falsum testimonium dices


cap VIII- Estensione (come son io della follia, se ci sei batti un colpo)

Nel cortile vuoto un gomitolo rotola da chissà dove, e una foglia danza senza il vento. Come fa il diavolo sull’ultimo gradino delle scale, quello che non esiste.
I suoi due fratelli siedono nella penombra di un lampione spento, davanti allo scaleo dell’abbaino. Simone sente un odore familiare arrivare dal tomo, come a prenderlo per mano.
Il rumore prodotto dal suo cuore è simile a quello dei topi che scavano in soffitta, cercando di farsi strada dove non dovrebbero.
Ora il vento scarruffa le pagine di un quotidiano.
Giunge l’aurora col suo incedere lento, quell’odore se ne va simile a un lamento nel mugghio …

Sarei stato l’ombra di schiena
di un artista in una scatola,
se una notte di diciassette anni fa
non fossi nato.
La prefazione nelle mani di un librario
lì ad aprire adagio le porte d’una favola,
collezionista di ognuno dei tuoi sogni
forse lo sono ... (continua)


Mirko D. Mastro 20/03/2023 - 05:50
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L’autore del Tomo 9:10


Alii volunt mulierem


cap IX- Notte di lucciole e fiabe

Vi dissi, lo ricorderete, di non origliare il mormorio sommesso del mio conversare. Ma soprattutto di lasciare rinchiuse tra l’odore di vecchia carta ingiallita quelle storie che non vanno raccontate. Non avreste dovuto aprire le pagine polverose del tomo, e leggere d’altro…
Che è quello che io farò.

Anche oggi temporale.
Un tempo guardavo le nuvole e ci vedevo un cigno che si lasciava curare senza dimenarsi, ora ondeggia appena la vecchia insegna alla locanda Della Cannella.
Capita sovente qui da noi in campagna che per un temporale si resti senza corrente elettrica.
Come quella sera…
Candele e lanterne accese qua e là, e il mormorio divertito dei bambini armati di torcia che svela quel pizzico di paura del buio nel fascio di luce altalenante.

“Venite qui intorno a me, ragazzi. Vi mostrerò cosa si può fare in questa situazione. Mettetevi comodi. Ora leggeremo una storia che narra di cavalieri valorosi e ... (continua)


Mirko D. Mastro 22/03/2023 - 05:57
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L’autore del Tomo- Appendice


Gesù di quercia

Il librone gli indolenziva le braccia ad ogni passo, come se le pagine aumentassero, quando Simone raggiunse nel cortile i fratelli solo ora di ritorno dal funerale senza salma.

Dal tomo scivolò fuori una sorta di dattiloscritto che restò lì a terra, quasi che l’aria si fosse placata perché qualcuno potesse docilmente raccoglierlo.

Lo fece Nicolò, tredici anni <…è la scrittura di papà> accompagnando lontano una lacrima col dito.

Simone cercò di riprendere invano i fogli…

<<Quel Christopher non deve aver saputo dell’esistenza di questa parte aggiuntiva…>> lo precedette Samuele, anche lui diciassette anni ma da compiere.

<Chi è Christopher!?>.

–Non lo ricordi?- Simone asciugando col fazzoletto una piccola lacrima rimasta sul viso del fratello -Era l’agente letterario di nostro padre-.

Nicolò senza indugiare

«…ci chiesero di ricostruire il fatto.

Vollero da noi molti dettagli su come avevamo passato le ore tr... (continua)


Mirko D. Mastro 27/02/2023 - 07:30
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L’autore del Tomo- custodi librum clausi


Nolo aliis effercio


Nella giacca, tra le ombre che sembravano averlo seguito dalla soffitta, Simone non capiva se a svegliarlo fosse stato il sottile profumo lento dei bucaneve alla finestra che cercavano di fermare sui petali il fiato dell’aria fresca del mattino o il ticchettio del suo Roger Smith.

Dentro la volga parcheggiata sull’enorme spiazzo davanti al capanno il soffio del vento tra i salici svegliò Samaèl.

Sulla pagina strappata sotto il gomito a margine nel tomo una frase mai scritta… “ti prego intima mancanza, ho letto un dolore e l’ho respirato. Ma forse era solo muschio” tra le mani carezze oramai perdute, l’autore. “Accetta questo dolore per averti svegliata. Neve astratta coprirà gli occhi lucenti di chi legge, e prima che ti perda…”

«shhh, sottovoce… respira il muschio sotto quella tua barba» il dito asciutto girava dentro a un tovagliolo sul sedile dell’auto nera.

E’ stato un periodo complicato quello trascorso, giorni come il morso della fame. O... (continua)


Mirko D. Mastro 24/03/2023 - 06:02
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Mors tua vita mea


Premessa: lo scritto è una fanfiction rivolta a 'Max Payne,' un celebre videogame datato 2001.
La narrazione si colloca all'interno de 'Prologo: Il sogno americano' in seguito ai sanguinosi eventi avvenuti nell'abitazione di Max Payne, il protagonista.
Per coloro che non conoscono la storia originale, consiglio di leggere il raccontino come se fosse un qualunque noir.
***


Domande. Domande che si iniettano di vendetta. Le mie notti, costellate dagli incubi, richiamano quella maledetta sera. Arrivai troppo tardi. Quei tre sbandati, uccisi sotto i colpi della mia implacabile Beretta avevano già massacrato Rose e Michelle. 
Il trio di drogati è riconducibile a delle specifiche indagini che stavo svolgendo al distretto di Hells Kitchen? Sì, il mio fiuto di detective mi suggerisce che è così.
Sono strafatto di una rabbia intrisa di fiele, gli occhi sembrano immersi in un mare di verde. Verde, lo stesso colore di una potentissima droga sintetica che si sta diffondendo in tutta N... (continua)


Giuseppe Scilipoti 15/05/2021 - 10:20
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Non era domenica


Gualtiero Ponti era un pensionato modello.
Usciva la mattina presto a comperare il giornale, l’edicola era proprio sotto casa. Distinto e garbato si fermava al bar “Splendor” per un caffè e un cornetto con la marmellata alle arance rosse, che solo in quel locale caotico trovava. Poi passava dal fornaio all’angolo, per tre panini di grano duro con lievito madre, in modo che prima delle dieci fosse già di ritorno a casa.
Appartamento 2c del condominio di via Bixio 14. Tutto qua, così si esauriva la sua giornata.
Poi un sussulto improvviso, ovviamente inaspettato, lo colse impreparato.
Fu una mattina qualsiasi, in un giorno della settimana, ma non domenica, perché il fornaio era chiuso e in un mese non troppo caldo né troppo freddo.
Cristina lo lasciò.
Quella mattina riempì una valigia, la sua Samsonite Magnum rosa, lo salutò con serenità, a Gualtiero sembrò affetto, chiuse la porta dietro di sé e svanì. Gli era rimasto in gola solo un “ma…”, fermo davanti la porta con le ciabatte... (continua)

Moreno Maurutto 15/12/2021 - 16:14
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ONDATA DI PIENA


Giorgio accartocciò l’ennesima lattina di birra vuota e la gettò con noncuranza nel lavello, già stracolmo di piatti e stoviglie.
Si concentrò sul televisore che, dal primo pomeriggio, stava sputando il bollettino meteorologico come fosse una sentenza di un tribunale. Il video mostrava le immagini del traliccio di ferro e asfalto che scavalcava il grande fiume, poco più a valle. Era un balcone pieno di gente, un palco sullo spettacolo terribile del mostro che si era risvegliato, mentre gli inviati, dislocati in zone diverse, sottolineavano con profonda enfasi quale sarebbe stato lo scenario previsto per le prossime ore: “…si prevede che la piena scavalcherà l’ultimo argine intorno alla una e trenta di questa notte…tutti i residenti delle zone interessate saranno coadiuvati dalla Protezione Civile a…”.
Il fatto è che lui lo scenario lo conosceva benissimo, anche senza bollettino meteorologico.
Giorgio era nato e cresciuto lì e aveva imparato, nel tempo, a capire i capricci del fiume... (continua)

Paolo Guastone 20/07/2020 - 12:55
commenti 3 - Numero letture:904

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Prima che sorga l'alba


Prima che sorga l’alba

Se nasci in un posto lurido come il mio; un quartiere di anonimi, informi palazzoni dove d’estate cuoci e d’inverno geli. Senza neanche un campetto spelacchiato dove giocare a pallone. Un miscuglio di cemento, rifiuti conferiti in discarica una volta ogni morte di vescovo e isole di asfalto dentro oceani di buche. Dove se vuoi vedere un bel po’ di verde non ti rimane che guardare nelle tasche dei residenti. Dove la disoccupazione regna sovrana e l’arte di arrangiarsi viene praticata nelle sue forme più abbiette. Dove sei costretto a giocare a pallone in mezzo alla strada, insieme a quelli che hanno il doppio dei tuoi anni… che se poi, per caso o per bravura, un giorno ti riesce un tunnel ti becchi, come minimo, pure uno sganassone. Perché mica te lo puoi permettere di prendere per il culo chi è nato quando ancora tu eri solo un’ipotesi di marmocchio nelle palle di tuo padre. Se nasci qua da noi, dicevo, hai due possibilità: o meni, o ti fai menare. Ce ne sareb... (continua)


vecchio scarpone 23/08/2018 - 18:37
commenti 6 - Numero letture:1116

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Reprobi Angelus 10.12


Caput decem
L’ottava stanza- La fame è lo schizzo di una signora perbene


Ma torniamo al corpo straziato di Zelo nel parcheggio della locanda…

Quando il corteo d’accompagnamento del defunto e le sue esequie alla sepoltura arrivò davanti alla locanda Della Cannella si fermò il tempo di un applauso, come per zittire la paura della morte. Benedetta piangeva lacrime dense come caligine. Un passo dietro a lei Lobella, per non incomodare. Gli occhi preoccupati per l’amica, e gonfi. Più lontano Adamantina.
Quel battito di mani su di lei ebbe l’effetto dell’artiglio del diavolo su di un vetro.
Il sole che scalfiva la lapide di Zelo pareva un fiore dai grandi capolini giallo aranciati con i petali spettinati.
<Non eri costretta a venire, Adamantina> la voce rotta di Benedetta la riportò indietro, forse da un lungo viaggio.
<<Siete stati gentili con me, tuo suocero e poi tu. Volevo solo esserci>>.
<Allontaniamoci… perché quell’immagine dell’applauso durante i... (continua)


Mirko D. Mastro 11/05/2022 - 21:34
commenti 10 - Numero letture:654

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