Reprobi Angelus 11.12
Caput undecimum La sesta stanza- L’unica cosa che gli angeli ci invidiano La sera prima della partenza di Christopher per Edimburgo, da oltre il crinale Edgar aveva deciso di scendere in paese per rifornirsi di cibo e bevande. Con la sua andatura dinoccolata pareva un omino di pan di zenzero che si strofinava a grandi passi alle foglie di cannella. E a grandi morsi trangugiava wafer uno via l’altro, annusando inebriato l’incarto. Una bambina vestita di amaranto, seduta su di un cippo muschioso <Ciao signore… mi piacciono tanto i wafer>. <<Ciao, prendine uno>> Edgar cercando di scantonare. <Signore, me ne dai un altro?>. Bloccandosi, visibilmente contrariato <<Tieni la confezione, ma ora torna a casa>>. < Domattina il mio buongiorno avrà i capelli che profumano di latte e cacao>. Già ripartito, e di spalle <Grazie. Devo dirti ancora una cosa, Edgar…>. Con le gambe impietrite e il cuore di corsa <<Bimba, chi ti ha... (continua)
Mirko D. Mastro 14/05/2022 - 05:40
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Reprobi Angelus 12.12
Caput undecimum La settima stanza- In cerchio le foglie d’autunno Condivido le giornate oramai da degli anni con un’ernia cervicale che mi tarpa le ali, un dolore lancinante come se qualcosa si lacerasse tra il collo e la schiena. E la notte il cielo di ardesia e gesso sul soffitto si scarabocchia di una nuova idea delicata. Allora guardo l’orologio, col timore che possa essere uccisa da uno starnuto o da uno sbadiglio. Solitamente viene spaventata dal movimento del mio sopracciglio sinistro così, con garbo, nelle mani a conca la porto con me sullo scrittoio. “Non siamo ancora alla fine”. –Ssht, la farai scappare… così sei nato anche tu-. “Quando i bucaneve alla finestra allungheranno i loro petali a conservare lo stato delle cose, la tua condizione ti sembrerà sprofondare nell’immobilismo, sul foglio bianco della prima neve nel giardino” Samaèl seduto all’angolo, sorseggiando il caffè oramai freddo “…è allora che scriverai quell’ultima frase”. Nello studiolo niente altro... (continua)
Mirko D. Mastro 18/05/2022 - 05:46
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Reprobi Angelus 5.12
Caput quinque Le dieci stanze Nonna mi raccontava che la pioggia sono le lacrime degli angeli. “Aliquam tempor ante…” (Qualche tempo prima…) Avevano da poco lasciato il Palazzo sull’Acqua, ammutolite e incredule. Lobella desiderava solo le braccia di Eadweard, del buon vino e le chiacchiere tra amici al crepitio del fuoco. Benedetta fluttuava. Nessuna delle due fino a quel momento si era accorta che la ragazzina era rimasta indietro. <Benedetta, mio Dio… mia figlia…>. -Mamma calmati, a sinistra dietro di voi sulla panchina-. <Perché hai quel libro…>. -Ascoltate: la prima, la Stanza della Tristezza cola tanta fuliggine dai muri quanto sono cupi i pensieri di chi cercherà di attraversarla… non ce la farà mai. Quell’uomo ha il cuore in frantumi-. Benedetta sentì come il calore di una luce accanto a lei <<Dai a me il libro, tu e Lobella tornate alla locanda. Vi raggiungeremo lì io e Samaèl. E… vi voglio bene. Andate…>>. -Benedetta…-. <Amica ... (continua)
Mirko D. Mastro 25/04/2022 - 19:51
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Reprobi Angelus 6.12
Capitulum sextum La seconda stanza- L’occhio dell’avido è profondo come l’inferno Come vi dicevo c’è sempre dell’altro, che ora sono pronto a svelarvi. Mentre a Varsavia le campane scandivano le sei e la chiesa di Sant’Anna si raccoglieva per i vespri della sera, nella Northumbria inglese, già Scozia di là dal fiume Aln, era l’ora del tè. In quel pomeriggio tranquillo la città, presto avvolta nel buio, pareva si fosse infilata a letto. Sarebbe bastato alzarsi e sporgersi dalla finestra per sapere che quello era uno degli ultimi giorni di libertà e, in un qualche modo, di vita. Continuava a far freddo. Il Nahum si svegliò dal suo riposino per lo squillare del telefono… guardò l’ora… -Ciao Joanne…-. ‘Buonasera Christopher, mi aspettavo di sentirti. Ho l’acqua per il tè sul fuoco. Quando arrivi, accomodati. Troverai sul tavolo del miele di acacia, e un manoscritto’. -Hai ricominciato a scrivere… Perché non mi hai detto che non ti avrei trovata nel solito grande palazzo fuo... (continua)
Mirko D. Mastro 29/04/2022 - 19:59
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Reprobi Angelus 7.12
Septimum capitulum La terza stanza- Sogno l’onnipotenza della scrittura, e poi scrivo il mio sogno Tra le persiane accostate, il temporale stanotte ha qualcosa di sinistro. E’ come se nell’intervallo tra un tuono e l’altro, il riverbero sulle pareti mormorasse ‘Nel quadro fuori dalla finestra… osserva l’idea della verità per mezzo del falso’. Forse non è che nella mia penna… E di nuovo quel sussurro ‘L’aria che si vede in quel quadro non è respirabile’. Ma torniamo a Christopher. L’avevamo lasciato appeso tra i salici come uno straccio sgocciolante, con la schiena appoggiata alla ruota della Volga a noleggio, piangente dalla fronte. <Che ti è successo, forestiero!? Credo tu abbia corso più di quanto il tuo angelo custode possa volare…> un uomo in livrea, nell’onnipotenza frivola di aver stroncato un volo. <Sembri stordito come questa farfalla…> mostrandogli soltanto quel po’ di colore che resta sulle dita <…una facile preda. Mi chiamo Dyaus e sono il custode d... (continua)
Mirko D. Mastro 01/05/2022 - 20:06
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Reprobi Angelus 8.12
Capitulum octavum La quarta stanza- Mangime per il proprio ego Mi svegliò il sottile profumo lento dei bucaneve alla finestra che cercavano di fermare sui petali il fiato dell’aria fresca del mattino. Sulla pagina strappata sotto il gomito una frase mai scritta…sogno di scrivere e poi scrivo il mio sogno. La mia calligrafia. Ho dentro di me la scrittura come i bambini sentono il desiderio di tirare calci al pallone. Per quei bambini la partita della domenica al campetto di provincia non è questione di vincere o perdere, è fare quel goal che significa l’applauso dei pochi presenti. So che il mio manoscritto non andrà forse oltre quel piccolo campetto. Ma sarà il mio campetto, e l’applauso di quei pochi… terrà acceso il sogno. Christopher non capiva se a svegliarlo da quello strano sogno fosse stato il soffio del vento tra i salici o il ticchettio del suo Roger Smith. Davanti a lui il cigno si lasciava curare dalle mani tozze di un omone di almeno centottanta chili, senza dim... (continua)
Mirko D. Mastro 05/05/2022 - 21:23
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Reprobi Angelus 9.12
Caput nonum La quinta stanza- A cena con qualche rimorso, se pur non invitato Dal suo posto vista ala, nei pochi centimetri per le gambe e di cielo scoperto Christopher rimuginava sugli ultimi giorni. Su quei luoghi singolari. Tamburellava su una di quelle scatolette per il mal d’aria, quando iniziò a leggere per impazienza il foglietto illustrativo. Ed ecco l’idea. Un sorriso. <Contatterò la redazione di OS… chiederò i recapiti di Mastro. Gli offrirò di rappresentare i suoi interessi davanti a un piatto di strozzapreti e chessò, pollo alla diavola, e di assisterlo nella pubblicazione del manoscritto> i suoi pensieri si susseguivano come in una spirale impazzita <potrei proporgli… per Joanne l’aggiunta dell’iniziale della nonna paterna ha funzionato! Oppure di firmarsi con uno pseudonimo, qualcosa dal suono più dolce… Mirko credo sia di origine slava, magari qualcosa di francese>. <<Signore, mi scusi se mi faccio gli affari suoi>> una giovane ragazza dal... (continua)
Mirko D. Mastro 07/05/2022 - 21:31
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Reprobi Angelus 1.12
Caput primum Il cippo fuori Varsavia e la comparsa di Samaèl Propinquus Con l’alba di un altro due di novembre una fitta coltre di nebbia investì il vetro anteriore dell’autoarticolato amaranto che percorreva la statale oramai da una buona mezz’ora, costretto alla deviazione da un incidente nel quale al ragazzotto alla guida parve fosse coinvolta sola una Volga nera. Forse un prete, o ciò che ne restava pace all’anima sua, alla guida. Ma avrebbe giurato di aver visto una suora nel cartoccio del lato passeggero. Allan17 amava il profumo di cannella e zenzero di Varsavia a quest’ora del mattino, ma anche per un omone giulivo di centottanta chili un sudario sul parabrezza era motivo per perdere il sorriso. Procedeva quasi a passo d’uomo da un po’ con il finestrino abbassato che invitava l’aria pungente a schiaffeggiargli il viso così da rimanere sveglio, quando sul bordo della strada gli sembrò di scorgere una figura vermiglia. Pensò a un fantasma, e scoppiò in una risata sonora... (continua)
Mirko D. Mastro 13/04/2022 - 19:40
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Reprobi Angelus 2.12
Secundo capite Samaèl Propinquus e il Palazzo sull’Acqua Quel sogno ricorrente lo perseguitava quasi ogni notte, e l’ansia… per un ragazzotto che percorreva a piedi la statale con una fitta coltre di nebbia. Campi e solo campi di zenzero, il profumo di cannella e il cippo del chilometro 13. In una postura innaturale, la testa incanutita tra le braccia pesava sulla ruota del vecchio trattore. Dopo mesi di silenzio non era più tempo di congetture, c’era la semina dello zenzero. Ma oggi il portalettere si era spinto fin là. Il manicomio statale lo informava di avere in degenza tale Edgar… come poteva essere il suo ragazzo?! Avevano avuto divergenze sul lavoro dei campi, ma era un bravo figliolo. Giudizioso e instancabile. Sempre via con quel grosso camion. Solo un po’ cocciuto… gli avrebbe comperato uno di quei nuovi trattori. Un FiatAgri forse… Al di là del Parco Lazienki una Volga nera a fari spenti nella sera percorreva la statale poco trafficata. Alla guida sotto il cappel... (continua)
Mirko D. Mastro 15/04/2022 - 19:41
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Reprobi Angelus 3.12
Tertio capitulo Samaèl forse vi guarda dormire I giorni che seguirono furono confusi, indistinti. Un continuo andirivieni di auto e genti alla locanda Della Cannella per commemorare quella vecchia macchietta che del paese conosceva il decoro. E i segreti. Benedetta, rovinata nella più scorata malinconia per il lutto e la passività del marito, desiderava solo muoversi di nuovo liberamente. Si sentiva egoista. Il marito passava le giornate in bottega ad evadere gli ordini. Diceva di essere gravato dal lavoro. E le notti nel capanno retrostante la locanda a far chissà che. <Andrà meglio Benedetta, qualunque cosa ora tu faccia non lo farà stare meglio… Se abbandonassimo tutti l’idea di credere nel diavolo, forse le brave persone smetterebbero di morire> Lobella guardava nel cappuccino sperando di ritrovarci forse il sorriso dell’amica. E cercando di togliersi dalla testa quei pensieri sulla presunta somiglianza tra il forestiero e l’impenetrabile uomo del dipinto. <A ... (continua)
Mirko D. Mastro 17/04/2022 - 19:42
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