RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
Un tipo tosto Tornando da Trani in treno con John Turturro, un trapper di Trento e trentatré turisti di Tirana in trasferta, mi trovai ad in trattenermi con tutti, durante il tragitto, sul tema dell'uso del topless e del tanga sull'isola di Tonga da parte delle turiste della terza età con problemi alla tiroide provenienti dalla Transilvania.
Tanto fu il mio trasporto, che tradussi tutto il discorso in turco e in tedesco ad un tipo un po' truce che mi guardava in tralice trangugiando tremende tortillas al tabasco e tranci di tarte-tatin con un calice di tamarindo corretto tintura di tarassaco. Ma, tant'è, dopo questa tragicommedia, non mi trattenni anch'io dallo strafogarmi di un tris di tortelli al tartufo, una trota al trifoglio tarantino, un totano del Tirreno e tipiche tapas di Tiuanaco al tiglio trilobato. Tragicamente, purtroppo, mi si gonfiò il tendine del tallone sinistro per cui dovetti mettermi un tutore e bere tre litri di tisana terapeutica al triptofano con conseguenze tremende per t... (continua) ![]() ![]() ![]()
Opera non ancora approvata!
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Una bella pensata Parcheggiando la mia Panda color pistacchio con portapacchi senza i pacchi in un parcheggio nei pressi di una pasticceria pugliese di un certo Pino Silvestro, procurai una piccola botta ad una Porche targata Polonia.
Il proprietario, un piccolo personaggio prepotente e palestrato, proferì un paio di parolacce poi mi prese di petto e mi sparò due pugni, uno alle palpebre e uno alla pancia, spappolandomi quasi il piloro. Mi portarono al pronto soccorso con una prognosi di parecchi giorni, curandomi con una cura sperimentale con piramidone, pappa reale e una poltiglia di peperoni alla paprica bombardati al polonio. Per dimenticare questo periodaccio me ne andai in ferie a Positano dove conobbi un pakistano che mi propose una partecipazione ad un progetto per la produzione di particolari pantofole in peluche con pon pon in pelle di pekari del Panjab e dotate di piccoli proiettori di luce a pila per poter passeggiare di notte più sicuri sul pavimento. Proprio una bella pensata! Adesso ... (continua) ![]() ![]() ![]()
Una festa a sorpresa L'invito diceva: „ È una festa a sorpresa, non puoi mancare! “ .
L'indirizzo era quello di una casa in centro, un grosso cubo di tre o quattro piani, forse pi alto che largo, non ricordo bene. Si diceva fossero state invitate le donne più belle della zona, ci sono andato per loro. Entrando ci si trovava in un atrio alto quanto tutta la casa e quasi altrettanto ampio, scale in mogano laccato salivano verso balconate interne che a loro volta davano il via alle scale dirette al prossimo piano e ai suoi balconi, cosa strana, su quei balconi non si vedeva nessuna porta, nessuna, a parte quella all'ultimo piano. Mi ricordo di bellissime gambe di donna che si intravedevano guardando in alto, così sono salito anch'io, naturalmente, per avvicinarmi a quelle visioni. Subito mi sono trovato con alcune di loro, e insieme, ridendo, bevendo, giocando, siamo saliti sempre più su, fino all'ultimo balcone, fino all'unica porta in casa, a parte quella da cui si era entrati. Era il punto p... (continua) ![]() ![]() ![]()
Opera non ancora approvata!
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Una notte irlandese “Se i folletti esistono veramente – dissi subito tra me e me – quel tipo deve essere sicuramente uno di loro!”
Naturalmente non credevo ai folletti, però l’idea mi piacque subito. E mi piacque soprattutto perché mi era nata proprio lì, alle isole Aran, sicuramente l’angolo più magico e surreale di tutta l’Irlanda conosciuta sino a quel momento. Justin mi apparve dopo otto sudatissimi chilometri di mountain bike, quelli che separavano il suo bed&breakfast dal porto dell’isola. Il suo, infatti, era l’ultimo b&b sulla strada che portava all’estrema punta ovest di Inishmore, la più importante delle isole Aran. Era una casa grande e solitaria, dipinta di un azzurrino tenue e sfuggente che la rendeva quasi irreale, isolata com’era da tutte le altre! Solo in lontananza si vedeva qualche altra sporadica abitazione. Il resto – tutto intorno – era solo un orizzonte sconfinato. E rocce. Poveri pascoli e gli immancabili muretti a secco. E silenzio! Solo di quando in quando, con il vento ... (continua) ![]() ![]() ![]()
Uno, poi nessuno Una piccola compagnia teatrale amatoriale si esibisce sempre e solo per un unico spettatore. Quando un giorno anche questo spettatore non si presenta, uno degli attori prende il suo posto. Passa il tempo e l'attore muore. Viene sostituito da un altro ed avanti così finché resta un solo attore sul palco e nessun spettatore. Allora l'unico attore prende un grande specchio e continua a recitare davanti allo specchio finché un giorno lo specchio cade, forse per un terremoto e si rompe ed anche per l'ultimo attore è arrivata la fine.... (continua)
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Opera non ancora approvata!
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Urca !d Ululando come un lupo dell'Ulster con l'uretrite, al suono del violino di Uto Ughi, ultimai urgentemente il mio ultimo quadro commissionatomi da un untuoso ufficiale ungherese di nome Ulderico con le unghie lunghe, l'umore instabile e il dono dell'ubiquita'. Dopodiché mi recai in una ubertosa valle dell'Umbria dove mi ubriacai con dell'ouzo suonando l'ukulele insieme ad un ussaro di nome Ulisse che aveva un ufficio in Uganda per l'esportazione di unguenti speciali per l'ugola secca e nel tempo libero faceva il vigile urbano ausiliario nell'Urbe !
Preso da un ubbia, più di un ugonotto ustionato dall'uranio impoverito, mi venne l'ulcera e una ulteriore crescita degli acidi urici che curai con una zuppa di ulivo e zoccoli di unicorno trattati agli ultrasuoni, consigliatomi da un ultrà ultraottantenne dell'Udinese affiliato all'Usigrai. Malgrado l'umore uncinante, per una sorta di understatement, mi vestii con un completo di Ungaro, mi tagliai le unghie e mi recai all'Unione Universitar... (continua) ![]() ![]() ![]()
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