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“Un’ora breve di dolore c’impressiona, un giorno sereno passa e non lascia traccia” (Luigi Pirandello)


~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~



Frère douleur, soeurs sérénité

Con quel vestitino bianco appena sopra il ginocchio ti adoro, seduta tra i fiori nell’alone su una foto.


E quando rientravi dalla spesa, t-shirt madida sulla schiena e scarpe da ginnastica legate insieme a penzoloni tra le borse, spossata e coi capelli in disordine… ero riconoscente a ogni attimo che mi aveva afflitto nell’attesa.
Toccavi le gocce tra due dita con disinvoltura, ti spostavi sotto il getto d’acqua con sicurezza e sollevavi appena la testa inclinandola indietro. Versavi un po’di bagnodoccia sul palmo della mano accarezzandoti le spalle e sul grembo. Ne versavi dell’altro sulle mani, e scrivevi TI VOGLIO TROPPO BENE sul vetro.
Dopo aver spostato una gamba leggermente in avanti, sollevando sulla punta il piede ti chinavi per insaponarti il polpaccio e la caviglia. Ti aiutavo col sapone sui fianchi, intanto stendevi le braccia in avanti fino a farmi sentire le tue mani toccare i gomiti, e ti stringevo forte per non perderti.
Mentre mi appoggiavi un TI AMO sulle sopracciglia.


Mi riporta nella sala il rumore della pellicola che striscia sul bordo della bobina, come ci fossero i Lumière a girare la manovella; resta solo l’odore tostato del cinema e sullo schermo il peso dei titoli di coda.
In platea non è rimasto nessuno, e forse mi sto solo facendo del male. Mi sembra di essere qui seduto da sempre con l’alter ego di me stesso, e si spegne il proiettore.
La maschera che maschera non lo è mai stata riaccende le luci prima del prossimo spettacolo, ma è al buio che meriterebbe il giusto riguardo.
In questo film dove non è mai stato importante come entri nella vita degli altri, non so quante volte da dietro il cinematògrafo mi sono visto andare via di schiena in un vicolo.
“Una presenza, è così che direi…” una voce dal foyer, o dentro la mia testa. Ma anche qui fuori non è rimasto nessuno.
“…che mentre tutti ridono con te, guarda negli occhi il tuo vuoto.
Non sono mai un appuntamento, più un laccio direi con uno scopo preciso. Non è esserci sempre, ma non andarsene mai.
Siamo le ore che oliano gli ingranaggi del tempo. Con le altre ventitrè hai il cuore morbido, a volte tremano ancor prima di giungere.
Non chiederti chi sono io, solo un perfetto sconosciuto… quando io porto una lacrima, loro un sorriso”.




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Scrittura creativa scritta il 30/10/2022 - 18:56
Da Mirko D. Mastro
Letta n.622 volte.
Voto:
su 4 votanti


Commenti


Grazie a te sempre, Poeta

Marina Assanti 31/10/2022 - 10:26

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Hai una scrittura coreografata di metafore che coinvolgono totalmente il lettore ed emozionano, a me è piaciuto particolarmente il passaggio: ... Non è esserci sempre, ma non andarsene mai ... e le ore che oliano il tempo ... ci tengono sempre compagnia.
Bella scrittura creativa!

Maria Luisa Bandiera 31/10/2022 - 07:20

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Grazie davvero...

Mirko D. Mastro 31/10/2022 - 05:40

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Ma non sarebbe bello però...esserci sempre e non andarsene via mai?

Anna Cenni 31/10/2022 - 04:54

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Velati pensieri, parole emozioni e ricordi.

Aquila Della Notte 30/10/2022 - 23:19

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Bellissimo questo racconto pieno di tristezza e poesia, il fulcro secondo me, sta nello splendido pensiero ..non è esserci sempre, ma non andarsene mai, ecco qui mi son scese lacrime, una frase vera e bellissima ma a volte purtroppo c'è chi se ne va per sempre all'improvviso e lo puoi guardare sulla foto che poi io, non guardo mai. Sarebbe bello se la frase non contemplasse la morte. Ma la morte è in ogni abbandono e allora non rimane che andarsene con la schiena al muro e non aver paura. Il sole ogni giorno risorge!! Io l'ho rivisto!! Quindi..lo rivedranno tutti!!

Anna Cenni 30/10/2022 - 19:56

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Intanto complimenti per come è scritto questo poetico, struggente racconto, velato sì, della tua innata malinconia, ma anche di tanta sofferenza...direi solitudine. L'essere soli in mezzo a chi non sa e, magari sorride o nemmeno ti vede, mentre il tuo cuore piange...
Un racconto che coinvolge, come sempre la tua scrittura.
I poeti soffrono più degli altri, non sono mai impermeabili, anzi, sono spugne.
Veramente bello... sai, non guardo mai, mai vecchi filmini o vecchie foto... fa troppo male. Tanto il film è nel cuore, che lo contiene e rivede a suo piacimento, come in questo caso

Marina Assanti 30/10/2022 - 19:35

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