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Maledizione:

Un tonfo sordo di sasso
grava sul mio sterno.
Temo le mie stesse paure,
così veridiche,
così pure.
Le dita ossute toccano l'inchiostro
fanno l'amore con la carta
ma Dio,
germogliano sterpi.
Annichilisce
letale e ignobile
la poesia,
come un sacramento maligno
pone il palmo sulla fronte degli eletti,
imprime un segno
idrorepellente,
non cede al baratto.


Gocciola neve dalle labbra
e dagli occhi,
mentre la carcassa
sotto la pressione del tormento,
casca.
Abili vermi,
frugano tra le cineree
e scoppiettanti carni.



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Poesia scritta il 07/01/2016 - 10:39
Da Melancholia May
Letta n.1305 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Molto bella..intensa e ben scritta...Mi ha catturato...ciao, benvenuta

Sabry L. 07/01/2016 - 19:51

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BENVENUTA NEL CLUB... UN TOCCANTE QUANTO ARGUTO VERSEGGIO... LIETO 2016...

*****

Rocco Michele LETTINI 07/01/2016 - 18:33

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