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Viltà

Oh maledetta e insidiosa paura!
Mi hai portato via la cura,
quella di allora
e questa di ora.
La vita non è uguale per tutti,
c’è chi mangia i semi e chi i frutti,
io mangio accanto al timore
e chissà come ne soffre il mio cuore.
Vorrei alzarmi e gridare,
chiudere gli occhi e scordare
l’attimo che mi colmò di tormento,
a causa di un errore fatto in quel momento,
eppure tutti sbagliamo,
ma non tutti ci angosciamo.
Oh quanto è bello il suono del vento!
Lo scruto come se fosse un portento,
il vento è libero come un uccello
ed io chiuso come un asinello.
Viltà, un giorno me la pagherai,
ti sconfiggerò e te ne pentirai,
sei la rovina di ogni essere umano
e nessuno ti vuole stringere la mano.
Alla morte darò la soddisfazione
di non aver vissuto con un’inclinazione,
ma un giorno il mio sogno realizzerò,
vivrò libero nell’aria quieta e volerò.


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Poesia scritta il 17/09/2017 - 17:51
Da Andrea Calcagnile
Letta n.1258 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Tra sogno e realtà questa poesia suggestiva, bella. Giulio Soro

Giulio Soro 19/09/2017 - 18:22

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