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CANDIDA

Un volto è volato nell’aria d’Agosto,
S’è fatto ammirare, ma poi s’è nascosto.
Stampato in un sogno, un sorriso beffardo
Che muto gridava al mio Io più codardo.
Demone angelico assetato di sguardi,
occhi al binario che non conosce ritardi,
una palpebra chiusa e l’altra serrata
il treno è distante e l’occasione sfumata.
Correte correte ingenui pupazzi
Gridate gridate che sémbriate pazzi
Inseguite quel sogno, chiamatelo amore
Fino all’inferno di quel dolce candore.


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Poesia scritta il 30/09/2017 - 12:32
Da Kevin Maurizi
Letta n.1220 volte.
Voto:
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